Una crescita «esponenziale» di contagi da Covid-19 nelle ultime settimane, con oltre 10mila casi ufficiali e 500 morti. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia l’allarme per l’Africa, un continente dove il nuovo coronavirus sta già portando danni enormi a fronte di Paesi non preparati e non attrezzati contro una simile emergenza.
Se il virus «è stato lento nel raggiungere il continente rispetto ad altre parti del mondo - avverte l’Oms - l’infezione è cresciuta esponenzialmente nelle ultime settimane e continua a diffondersi». Il SarsCov2 ha raggiunto il continente africano attraverso viaggiatori di ritorno provenienti da Asia, Europa e Stati Uniti. Il primo caso di Covid è stato registrato in Egitto il 14 febbraio. Da allora, un totale di 52 Paesi africani ha riportato casi.
Ma se inizialmente i contagi erano circoscritti principalmente nelle capitali e grandi città, «un significativo numero di Paesi sta ora segnalando casi in molte province». L'Oms esprime quindi «preoccupazione» per l’impatto della pandemia su Paesi con «sistemi sanitari fragili» e che vivono «emergenze complesse». Per questo, è il monito, «la comunità internazionale dovrebbe estendere a questi Paesi un supporto tecnico e finanziario, per migliorare le capacità di risposta e minimizzare la diffusione dell’epidemia».
L’Oms ricorda quindi il proprio impegno in Africa per fornire dispositivi essenziali, addestrare gli operatori sanitari e predisporre piani di indirizzo rispetto alla «sfida» preoccupante dei contesti locali. La situazione in Africa «è molto preoccupante - afferma Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante per l’Italia all’Oms - perchè la capacità di riposta di questi Paesi è molto ridotta. Purtroppo prevedo ci sarà una escalation massiccia dei casi, siamo solo al'inizio. Potremo solo mitigare gli effetti e poi sperare in un’accelerazione per il vaccino, unica vera arma».
Inoltre, dal momento che «è impossibile azzerare i flussi migratori, sarà necessario, tanto più in questo contesto di pandemia, una politica di gestione degli arrivi coordinata a livello europeo». Parla di «bomba ad orologeria» ed «enorme polveriera» il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco: «I numeri sono certamente sottostimati e l’Africa rappresenta un rischio anche per i 'casi di ritorno', che - avverte - potrebbero innescare nuovamente la catena del contagio nonostante le misure restrittive in atto nei Paesi europei».
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