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Usa, Pompeo: "Il Coronavirus arriva dal laboratorio di Wuhan, ci sono le prove"

Gli Usa tornano ad attaccare pesantemente la Cina, accusano Pechino di aver fatto di tutto per nascondere il Covid-19, e rilanciano la tesi secondo la quale il virus è nato in un laboratorio di Wuahn, spingendosi ad affermare che ci sono «prove enormi». A sferrare l’ultimo attacco, il segretario di Stato, Mike Pompeo, che in una intervista a Abc, non ha voluto dire se pensa che il virus sia stato rilasciato intenzionalmente, perchè, ha spiegato, la Cina «continua a impedire agli occidentali l’accesso ai laboratori». Pechino, ha aggiunto, «è nota per la sua propensione a infettare il mondo e ad usare laboratori scadenti.

Non è la prima volta che il mondo viene minacciato dai virus dei laboratori cinesi, dobbiamo poter andare lì. Non abbiamo ancora i campioni di virus di cui abbiamo bisogno», ha avvertito il capo della diplomazia Usa, accusando la Cina di aver fatto «tutto il possibile per assicurarsi che il mondo non sapesse tempestivamente».

Il presidente Usa, Donald Trump, non ha mai lesinato critiche alla gestione cinese del primo focolaio nella città di Wuhan a dicembre e la scorsa settimana ha affermato di avere prove che sia sia diffuso da un laboratorio cinese, mentre gli scienziati e l’Oms continuano a ritenere che il virus sia stato trasmesso dagli animali all’uomo, dopo essere emerso in Cina, probabilmente da un mercato di animali esotici a Wuhan.

Le affermazioni di Pompeo giungono nel giorno in cui i servizi segreti di cinque Paesi rivolgono dure accuse alla Cina sulla gestione della pandemia, in particolare sull'origine della pandemia. Un dossier dell’alleanza cosiddetta «Five Eyes» composta dagli 007 di Usa, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda, afferma che Pechino avrebbe cercato di insabbiare quel che accadde all’inizio e punta l’indica sulle «rischiose» metodologie utilizzate in un laboratorio di Wuhan. Nel documento di 15 pagine si parla di «attacco sulla trasparenza internazionale» e gli 007 ricordano che fino al 20 gennaio la Cina aveva smentito che il virus si trasmetta tra gli esseri umani, quando vi sarebbero state chiare evidenze già a inizio dicembre.

Anche il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha chiesto alla Cina «trasparenza» sull'origine del coronavirus: «Tutto il mondo ha l’interesse che l’origine del virus venga chiarito», ha detto il capo della diplomazia tedesca. «Ma risposte fondate devono essere date dalla scienza, non dalla politica: la Cina in questo può mettere alla prova con quanta trasparenza effettivamente intenda la il Covid-19».

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