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Ventilatori polmonari "killer" in Russia, già 6 vittime: allarme anche in Italia

Lo scandalo ventilatori colpisce la Russia e, per estensione, anche l’Italia e gli Stati Uniti, dove il modello incriminato, l’Aventa-M, è stato donato o distribuito. Il Servizio federale russo di sorveglianza sanitaria (Roszdravnadzor) ha sospeso infatti oggi l’uso nel territorio della Federazione Russa dei ventilatori prodotti dalla Rostec's Radio-Electronic Technologies company (KRET) dopo il primo aprile. Il timore, infatti, è che quelle macchine siano responsabili dei recenti incendi scoppiati nei reparti di terapia intensiva Covid in due ospedali di Mosca e San Pietroburgo, che hanno provocato la morte di sei persone.

In Russia sono state aperte delle indagini per accertare i fatti e nel mirino degli investigatori non ci sono solo i ventilatori polmonari ma anche l’impianto elettrico degli ospedali. «Siamo interessati al più rapido completamento dei controlli e alla determinazione della vera causa degli incidenti», ha detto la KRET a Interfax. Nel mentre, fonti bene informate vicine al dossier hanno precisato che, delle 90 macchine consegnate per ora dalla Russia all’Italia, nel quadro degli aiuti decisi del Cremlino in concerto con Palazzo Chigi, circa il «30%» (ovvero 30-35 ventilatori) rientra nel lotto finito nel mirino del Roszdravnadzor. Di più.

Queste macchine si troverebbero ancora nei magazzini e non sarebbero state ancora
installate negli ospedali. Il ministero russo dell’Industria e del Commercio ha chiesto di esaminare non solo i ventilatori Aventa-M, che potrebbero aver provocato gli incendi negli ospedali, ma anche le condizioni del loro funzionamento. «Siamo pienamente d’accordo con i colleghi del Roszdravnadzor, che dicono che sia i ventilatori che le condizioni del loro funzionamento devono essere esaminati», ha detto un portavoce del ministero. Gli Stati Uniti hanno sospeso l’utilizzo degli Aventa-M subito dopo la notizia degli incendi a Mosca e San Pietroburgo.

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