È stata la prima sperimentazione a partire sull'uomo, quella dell’azienda americana Moderna e adesso il suo vaccino, sviluppato in collaborazione con l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Niaid) degli Stati Uniti guidato dall’immunologo Anthony Fauci, ha segnato un traguardo importante nella corsa al vaccino contro la pandemia, che coinvolge complessivamente 118 aziende. I test della fase 1, condotti su otto volontari di età compresa fra 18 e 55 anni, indicano che le persone vaccinate hanno sviluppato livelli di anticorpi uguali o superiori a quelli riscontrati nei pazienti guariti dalla Covid-19. Il vaccino, chiamato mRNA-1273 dimostra al momento anche di essere sicuro e ben tollerato. Via libera, quindi al prossimo passo della sperimentazione, ossia la fase 2, che l’azienda intende avviare subito per poter iniziare in luglio la fase 3, che coinvolgerà un grande numero di individui per fare le risposte sull'efficacia del vaccino. Moderna è una delle otto aziende che, secondo la lista stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), hanno già cominciato i test sull'uomo. La precede nello stato di avanzamento della sperimentazione soltanto la cinese CanSino Biological, che con l’istituto di Biotecnologia di Pechino ha cominciato i test di fase 2. Sono nella sperimentazione di fase 1 i vaccini dell’Istituto dei Prodotti Biologici di Whuan e Sinopharm, di Sinovac, quello dell’Università di Oxford le cui dosi vengono prodotte in Italia dalla Irbm, e inoltre i vaccini di BioNTech, Fosun, Pharma e Pfizer e quello della Inovio Pharmaceuticals. Con quattro candidati vaccini arrivati alla sperimentazione clinica, la Cina è in questo momento fra i paesi all’avanguardia nella corsa al vaccino anti Covid-19 con Stati Uniti e Gran Bretagna, ed è dal presidente cinese Xi Jinping che nella 73/a assemblea dell’Oms che la Cina è arrivato l’annuncio della donazione di due miliardi di dollari per combattere il coronavirus, con la dichiarazione che, se Pechino dovesse trovare un vaccino contro la Covid-19 ne farebbe «un bene pubblico mondiale». Seguono altri 110 candidati vaccini, basati su almeno nove strategie diverse. La più comune, seguita in almeno 40 candidati vaccini, si basa sulla struttura genetica di frammenti della proteina Spike, utilizzata dal nuovo coronavirus per aggredire le cellule. In circa 13 casi si veicolano sequenze genetiche del virus utilizzando virus resi inoffensivi, come fa l’italiana Reithera; si basa invece sul materiale genetico del virus SarsCoV2 l’altro candidato vaccino italiano, della Takis, seguito da una decina di gruppi di ricerca. L’approccio seguito da Moderna si basa su una delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, che utilizza la sequenza del materiale genetico del coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna). È quindi un vaccino sintetico, che non utilizza il virus ma l’informazione contenuta nelle mappa genetiche finora pubblicate sulle banche dati GenBank e Gisaid, entrambe liberamente accessibili alla comunità scientifica.