«George è morto per una discussione su 20 dollari. È questo che vale un afroamericano nel 2020?». È il duro atto di accusa di Philonise Floyd, fratello del 46enne morto a Minneapolis per mano della polizia. Davanti ai membri del Congresso, parlando alla commissione giustizia della Camera, l’uomo a stento è riuscito a trattenere le lacrime. «Sono qui per chiedervi basta dolore, la forza mortale dovrebbe essere usata solo in casi di grande pericolo, e mio fratello è morto per 20 dollari». «Venti dollari? Non meritava di morire per 20 dollari», ha insistito Philonise Floyd: «Questo è il 2020. Siamo stanchi. Quando è troppo è troppo. Siate i leader di cui questo Paese, di cui il mondo ha bisogno. Fate la cosa giusta», ha concluso rivolgendosi ai membri del Congresso. «Non posso descrivere il tipo di dolore che provi quando vedi qualcosa come quella, quando vedi il tuo fratellone, quello a cui ti sei ispirato per tutta la vita intera morire, morire chiedendo della mamma. Lui si è rivolto ai poliziotti chiamandoli 'signore' - ha detto - ha avuto un atteggiamento mite, non ha reagito. All’uomo che gli ha tolto la vita, che lo ha soffocato per otto minuti e 46 secondi lui ha continuato a rivolgersi chiamandolo 'signore' e a supplicarlo».