La Corea del Nord ha fatto esplodere l’ufficio di collegamento inter-coreano di Kaesong, la città nord del confine con la Corea del Sud, innescando una nuova fase di tensione con la Corea del Sud, dopo il riavvicinamento del 2018. Seul, per prima, ha confermato l’esplosione, avvenuta alle 14.49 locali, le 7.49 del mattino in Italia, dopo che una colonna di fumo e il boato della detonazione sono stati avvertiti da fonti militari sud-coreane e ripresi dalle telecamere del ministero della Difesa.
La «completa distruzione» dell’ufficio di collegamento rivendicata dai media del regime di Kim Jong-un, avviene a soli tre giorni dalle ultime minacce a Seul da parte della potente sorella del leader nord-coreano, Kim Yo-jong.
"A breve, si potrebbe vedere una tragica scena dell’inutile ufficio di collegamento inter-coreano completamente distrutto», aveva dichiarato Kim. Il motivo della «rappresaglia» era da cercare nel lancio oltre confine di volantini anti-nordcoreani da parte di attivisti di Seul. La dichiarazione era stata diffusa dall’agenzia di stampa nord-coreana, Korean Central News Agency (Kcna).
Altre minacce provenienti da Pyongyang si erano susseguite fino a oggi. Poche ore prima dell’esplosione, il maggiore quotidiano del regime nord-coreano, Rodong Sinmun, aveva avvertito che un «fulmine» che si sarebbe abbattuto sulle autorità di Seul, all’indomani dell’appello a Pyongyang del presidente sud-coreano, Moon Jae-in, di lasciare aperta la porta del dialogo.
La Casa Blu, l’ufficio di Moon, ha espresso «rammarico» per la distruzione dell’ufficio di collegamento, avvertendo, però, Pyongyang che «risponderà con forza» se il regime di Kim intenderà proseguire con azioni che possano peggiorare la situazione: per studiare le contromisure alla mossa di Pyongyang, è stato convocato il Consiglio di Sicurezza Nazionale sud-coreano. L’incidente dei volantini ha profondamente irritato la Corea del Nord che aveva deciso di tagliare i collegamenti diretti con la «nemica» Seul, nonostante il Ministero dell’Unificazione sud-coreano avesse promesso punizioni per gli attivisti anti-Corea del Nord. L’ufficio di collegamento inter-coreano è stato aperto a settembre 2018, frutto degli accordi tra i due Paesi presi in occasione del primo dei tre summit tra Kim e il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, nell’aprile di quell'anno. L’ufficio, la prima missione diplomatica di questo tipo, realizzata per ridurre le tensioni tra i due Paesi, era rimasto aperto fino a gennaio scorso, allo scoppio dell’epidemia di Covid-19.
La distruzione dell’edificio simbolo della recente riconciliazione tra i due Paesi ha destato preoccupazione anche a Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha chiesto moderazione, confermando che la Russia sta seguendo con attenzione la situazione, ma che non ha in programma finora contatti diplomatici ad alto livello per un allentamento delle tensioni nella penisola. Da Pechino, invece, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha rinnovato l’auspicio che Corea del Nord e Corea del Sud, che appartengono alla «stessa nazione», possano raggiungere la pace e la stabilità.
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