Aumentano i timori di una seconda ondata di Coronavirus in Germania, dove il focolaio esploso nel mattatoio del Nordreno-Vestfalia, Toennies, si è allargato a macchia d’olio, fino a far registrare ben 1.029 positivi fra i dipendenti. Per i test di massa sul posto si è fatto ricorso all’aiuto dell’esercito, mentre il presidente del Land, Armin Laschet, non ha escluso che si possa dover tornare a un lockdown per tutta la regione.
Non è l’unico focolaio importante in Germania: nei giorni scorsi sono scoppiati già i casi di Gottinga, Berlino - dove un intero isolato è finito in quarantena, nel quartiere di Neukoelln - e Kassel, in Assia. E il Robert Koch Institut ha registrato un impatto importante sui numeri a livello federale: il bollettino di stamani alle 8 ha rilevato 601 nuove infezioni rispetto al giorno precedente; e già ieri i nuovi contagi erano stati 770. In Vestfalia, che è fra le regioni più colpite dalla pandemia, il governatore Laschet, uno dei cristiano-democratici papabili per la successione ad Angela Merkel, è alle prese con un’emergenza che nessuno prova a ridimensionare. E infatti ieri il ministro presidente ha espresso senza giri di parole la sua preoccupazione: alla Toennies sono impiegate persone che provengono da diverse città, e questo aumenta il grado di allerta sul focolaio.
«Per ora l’infezione è localizzata, ma se questo dovesse cambiare non è escluso un lockdown a tappeto in tutta la regione». Già nei giorni scorsi nel distretto di Gutersloh si è deciso di richiudere le scuole e gli asili infantili. Un passo indietro dopo le riaperture - gestite ormai in Germania a livello regionale - come quello che si era verificato nella città universitaria della Bassa Sassonia. Forti le critiche alla Toennies, accusata in questa occasione anche di fornire scarsa collaborazione per fronteggiare il Covid. «La nostra fiducia in loro è pari a zero», si è spinto a dire il consigliere del distretto Sven-Georg Adenauer ai media tedeschi. Nell’elenco dei dipendenti fornito, ha spiegato, il 30% era privo dell’indicazione sugli indirizzi; il che ha complicato il lavoro di ricostruzione della catena di contagio, che fino a due giorni fa aveva portato a mettere ben 7.000 persone in quarantena, compresi i vertici dell’impresa. «Ma non c'è un impatto significativo di casi di coronavirus nella popolazione», ha affermato però Adenauer, mostrando ottimismo sulla possibilità di evitare un lockdown generalizzato.
La Germania resta uno dei Paesi che ha fronteggiato meglio la pandemia finora, con 189.135 casi rilevati e un bilancio di 8.883 decessi. Anche nel Paese di Angela Merkel il dibattito è segnato dalla contrapposizione fra chi vuole accelerare il ritorno alla normalità - i ministri dell’Istruzione dei Laender hanno ad esempio deciso che dopo le ferie estive si tornerà a scuola a pieno ritmo e, dove possibile, senza distanziamento - e quanti invece frenano, temendo di scivolare di nuovo in piena crisi.
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