In Croazia alle elezioni politiche di oggi, svoltesi nel pieno di una nuova ondata epidemica del coronavirus, si prospetta una netta e chiara vittoria dei conservatori del primo ministro Andrej Plenkovic che le prime indicazioni, contrariamente alle previsioni preelettorali, danno in forte vantaggio e in pole position per governare altri quattro anni. Gli exit poll completi, diffusi dalle emittenti tv croate, assegnano all’Unione democratica croata (Hdz, conservatori) 62 seggi parlamentari (tre in più rispetto al 2016), su di un totale di 151 deputati che compongono il Parlamento di Zagabria.
Se confermati, questi risultati garantirebbero a Plenkovic, che ha spostato il suo partito verso posizioni moderate ed europeiste, un forte vantaggio nelle trattative per la formazione di una futura coalizione governativa. La larga coalizione di centrosinistra, denominata Restart e guidata dai socialdemocratici (Sdp) di Davor Bernardic, sarebbe ferma a 43 seggi in parlamento, risultato molto deludente e sotto tutte le aspettative. Si tratta di ben undici deputati in meno rispetto a quattro anni fa, quando restarono all’opposizione. Alcuni esponenti di spicco dell’Sdp hanno già chiesto le dimissioni di Bernardic. Il centrosinistra avrebbe perso molto nei centri urbani, soprattutto a Zagabria, dove molti voti si sono spostati verso i verdi o verso il centro liberale.
Al terzo posto gli exit poll vedono un raggruppamento di partiti sovranisti e nazionalisti, denominato «Movimento patriottico», guidato dal noto cantante Miroslav Skoro, al quale andrebberp 14 deputati. Skoro non ha escluso la possibilità di formare una coalizione di governo con l’Hdz, ma per «riformare e cambiare questo partito», costringendolo a spostarsi su «valori patriottici e cristiani del nuovo sovranismo europeo». I sovranisti hanno segnalato che una delle loro condizioni sarebbe la rinuncia di Plenkovic alla carica di primo ministro. Vista la ottima prestazione dell’Hdz, sarà facile respingere questa condizione.
Dato che il movimento di Skoro è nato solo pochi mesi fa ed è formato da partiti e personalità eterogenee, alcuni anche ex membri dell’Hdz, molti analisti non escludono che Plenkovic tenterà di attirare verso la coalizione di governo una manciata di deputati eletti stasera dalle file dei sovranisti. La grande sorpresa della serata elettorale è l’ottimo risultato che avrebbero conseguito i verdi e la sinistra radicale, che in una coalizione definita 'Mozemò (Possiamo) otterrebbero otto deputati. Sarebbe la prima volta dall’indipendenza della Croazia, raggiunta nel 1991, che i verdi entrano nel Parlamento.
Il risultato è il doppio rispetto alle previsioni, grazie ai voti raccolti nella capitale Zagabria dove si sarebbero affermanti come primo partito cittadino, titolo che da trent'anni detenevano i socialdemocratici. Altri nove deputati andrebbero a una forza di destra antisistema, che ha escluso coalizioni dopo-voto, mentre tre sarebbero i futuri deputati del centro liberale. Ai 140 parlamentati vanno aggiunti i tre della diaspora croata e gli otto delle minoranze etniche, inclusa quella italiana per la quale è stato rieletto per la nona volta consecutiva Furio Radin, veterano del parlamento croato dal 1992. L’ultimo dato sulla affluenza - il voto si è svolto nel rispetto di severe misure anti-Covid-19 - è quello del 34 per cento relativo alle 16,30, quasi quattro punti in meno rispetto a quattro anni fa, probabilmente per l’ansia che ha generato nelle ultime settimane l’impennata del coronavirus.
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