Un bimbo di cinque mesi, ferito questa settimana a Chicago con un colpo di pistola alla testa, è la vittima più giovane di quest’estate di violenza che sta travolgendo diverse grandi città degli Stati Uniti. Il piccolo era tra le braccia di un giovane che, insieme a un amico, è finito sotto una pioggia di proiettili sparati da un’auto nella Old Town. «È in condizioni stabili», ha rassicurato Eric Carter, numero due della polizia di Chicago, città con un crimine endemico. «È straziante. Non è normale per nessuno, sia a Chicago che altrove», ha aggiunto. Purtroppo le sparatorie sono diventate più «normali» quest’estate negli Stati Uniti, dove sono state uccise centinaia di persone, tra cui decine di bambini e altre migliaia di feriti. Un bimbo di un anno è morto a fine giugno a Chicago. Un altro della stessa età ha subito la stessa sorte, nel suo passeggino, il 12 luglio a New York. Alcune aree di Chicago sembrano ormai zone di guerra. Secondo il quotidiano Chicago Tribune, 1.901 erano state colpite, al 13 luglio, nella terza città più grande degli Stati Uniti. I decessi sono 373, cento in più rispetto all’anno precedente. A New York, alla stessa data erano state colpite 795 persone, con oltre 200 morti, ancora una volta un aumento significativo rispetto al 2019. Molte altre grandi città americane, tra cui Philadelphia, Indianapolis, Atlanta, Los Angeles e Baltimora, soffrono da questa ondata di violenza in continuo aumento dall’inizio di luglio. «Se non ce ne occupiamo, nei prossimi mesi potrebbe andare ancora peggio», avverte Corey Brooks, pastore di una chiesa di Chicago.