I fratelli Francesco e Marco Pergola sono stati uccisi nella strage di Duisburg del 15 agosto del 2007. Insieme a loro si sono contati altri quattro morti. Tutti uccisi nel contesto della ripresa della faida di San Luca, innescata dallo scontro tra le consorterie dei Pelle-Vottari e dei Nirta-Strangio. Una lunga scia di delitti iniziata a San Luca nel 1991 con la strage di Carnevale e conclusa ben 16 anni dopo in Germania. I familiari dei fratelli Pergola, Francesco, 22 anni, e Marco 20, si sono costituti parte civile in tutti i processi che sono stati celebrati fino a questo momento. La loro presenza ha avuto un forte impatto anche emotivo.
Ma oggi, a distanza di quasi 13 anni dall'uccisione dei due prossimi congiunti in quel di Duisburg, il padre Giovanni Pergola, la madre Marianna Carlino, e il loro terzo figlio, si sono visti recapitare una lettera dalla Prefettura di Reggio Calabria in cui si evidenzia che non possono ottenere i richiesti benefici previsti dallo Stato attraverso la legge a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, perché quelle norme «si applicano esclusivamente alle vittime di atti di criminalità organizzata avvenuti sul territorio nazionale». All'indomani del ricevimento di questa lettera Giovanni Pergola e Marianna Carlino si sono ritrovati da soli, con il loro dolore e la rinnovata rabbia di chi si sente abbandonato. Hanno chiesto al loro difensore di fiducia, l'avvocato Gerardina Riolo, di fare procedere oltre. E il difensore ha predisposto un atto di citazione nei confronti del Ministero dell'Interno, della Prefettura di Reggio Calabria e del Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali, nonché contro alcune parti private.
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