Il governo libanese si è dimesso in seguito alle proteste per l’esplosione che martedì scorso ha devastato interi quartieri di Beirut. Lo ha annunciato il primo ministro Hassan Diab. "Ogni singolo ministro di questo governo si è impegnato a fondo, non abbiamo altri interessi oltre a quello di salvaguardare lo Stato", ha detto Diab. Il disastro avvenuto martedì scorso a Beirut "è il risultato di una corruzione cronica» in Libano, che ha impedito una gestione efficace del Paese. La rete della corruttela è più grande di quella dello Stato", ha aggiunto il capo dimissionario del governo. Intanto sono apparsi fuochi d’artificio nel cielo di Beirut per festeggiare la notizia delle dimissioni. "Oggi facciamo un passo indietro per stare al fianco del popolo", ha detto ancora Diab, aggiungendo di volere così "ascoltare le richieste di un vero cambiamento da parte della nazione". Il premier dimissionario ha così voluto prendere nettamente le distanze e presentarsi come un’alternativa rispetto ad un sistema politico messo sotto accusa per la corruzione e il clientelismo da parte dei libanesi che sono scesi in piazza negli ultimi giorni. "C'è una classe politica - ha affermato - che sta resistendo con tutti i mezzi per impedire il cambiamento. Sapevano che noi eravamo una minaccia per loro".