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Stupro di gruppo a Niscemi, latitante arrestato al rientro dall'Australia dopo 13 anni

Tredici anni fa la violenza da parte del branco. Poi le condanne e la fuga in Australia. È finita oggi all’aeroporto romano di Ciampino la latitanza di un trentenne di Niscemi, in Sicilia, arrestato dalla polizia dopo un’inchiesta che ha avuto una svolta grazie a un’immagine trovata su Facebook.

L’uomo - all’epoca dei fatti minorenne e di cui sono state rese note solo le iniziali del nome, A.A. - era stato condannato a 4 anni di carcere dal Tribunale per i minorenni di Catania per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una minorenne. Un reato commesso con altri 3 complici nel febbraio del 2007, proprio a Niscemi.

Le indagini del locale Commissariato di Polizia hanno preso spunto dalla denuncia che la vittima ha trovato il coraggio di sporgere solo nel febbraio 2012: «nonostante i cinque anni trascorsi - sottolinea la Polizia - i fatti raccontati dalla giovane fornivano una solida base per riscontrare il grave episodio di cui era rimasta vittima da parte di un gruppo di quattro ragazzi, due dei quali suoi ex compagni di scuola all’epoca tutti minorenni».

La violenza sarebbe avvenuta «seguendo un piano preordinato nel dettaglio, all’interno di un appartamento disabitato alla periferia di Niscemi, dove la giovane veniva costretta a subire, immobilizzata, gli abusi». Il Gup del Tribunale per i minorenni di Catania, con sentenza del 2013, confermata dalla Cassazione nel 2016, ha condannato tutti e quattro gli autori per violenza sessuale di gruppo: la pena è stata già scontata da tre dei condannati ad eccezione di A.A. il quale, nel 2013, si è allontanato dall’Italia facendo perdere le tracce.

Dopo la condanna definitiva, nell’ambito del Progetto «Wanted» coordinato dal Servizio Centrale Operativo e mirato alla cattura di latitanti in Italia e all’estero, la Squadra Mobile di Caltanissetta ed il Commissariato di Niscemi hanno intensificato le ricerche di A.A. e lo hanno individuato, dopo la consultazione di un vecchio profilo Facebook, grazie a una foto profilo che lo ritraeva nella Baia di Sydney.

Il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della Criminalpol ha quindi subito attivato i canali di cooperazione, collaborando alla localizzazione e al fermo del ricercato. A febbraio il Ministero di Home Affairs ha disposto la revoca del visto di residenza temporanea ed è stata attivata la procedura di espulsione, perfezionatasi oggi, con il rientro in Italia del condannato, scortato dal personale della Australian Border Force, e con il suo trasferimento in carcere.

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