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In Francia boom dei contagi: 4.771 in un giorno ma Macron non chiude

La Francia registra un altro record di contagi da coronavirus dai tempi del lockdown con un boom di 4.771 nuovi casi in 24 ore. Cifre che tornano a spaventare. Ma il Paese non richiude, i danni economici sarebbero troppi, assicura Emmanuel Macron, confidando a Paris Match quello che tutti i leader pensano, nonostante l’impennata di infezioni che sta tornando a investire l’Europa: le economie mondiali non reggerebbero un secondo lockdown.

Il capo dell’Eliseo non esclude a priori nuovi provvedimenti per contrastare la seconda ondata dell’epidemia, ma pensa piuttosto a «confinamenti mirati», nelle zone dove il Covid-19 dovesse riaffacciarsi con più prepotenza, per evitare «di essere di nuovo travolti» dallo tsunami sanitario.

Macron dice di comprendere l’ansia dei cittadini di fronte all’aumento dei contagi e alle incertezze sul futuro, soprattutto in vista della riapertura delle scuole il primo settembre, «ma il rischio zero non esiste nella società - avverte -: bisogna rispondere a questa ansia senza cadere nella dottrina del rischio zero».

Con una media di 26 mila nuovi contagi al giorno, l’Europa conta il 17% dei casi mondiali, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Oms che invita di nuovo a non abbassare la guardia, con un appello rivolto ora soprattutto ai giovani: «Diffondete il divertimento, non il virus. Proteggete i vostri genitori e i vostri nonni», ha ribadito Hans Kluge, dell’ufficio per l’Europa dell’Organizzazione.

La Germania, ad esempio, tra i Paesi che hanno gestito meglio la pandemia durante i primi mesi, ha registrato oggi 1.707 nuovi casi di infezione, il livello più alto da aprile, complici i rientri dalle vacanze e le riunioni familiari o tra amici, ha ammonito il Robert Koch Institute.

E come in Italia, anche il rientro in classe di milioni di ragazzi - con i rischi connessi per intere famiglie e i dubbi sulla gestione di eventuali quarantene che ostacolerebbero la ripresa del lavoro dei genitori - sta suscitando preoccupazione in diversi Paesi europei e nel resto del mondo.

In Spagna, che anche oggi conta oltre 3.300 nuovi contagi e altri 16 morti, famiglie e opposizione criticano il governo socialista perché a poco più di due settimane dall’inizio delle lezioni non esiste ancora un piano per l’istruzione in sicurezza: una riunione con le comunità locali e gli operatori del settore è prevista solo per il 27 agosto.

In Belgio è intervenuta la premier Sophie Wilmès per assicurare che tutti gli alunni torneranno a scuola l'1 settembre, come previsto, con mascherina obbligatoria per gli adulti e i ragazzi sopra i 12 anni: «E' fondamentale che i bambini possano riprendere una vita scolare normale o il più normale possibile», ha dichiarato.

In Brasile, il Paese più colpito dal Covid-19 dopo gli Stati Uniti, le autorità dello Stato di San Paolo valutano l’ipotesi di rinviare al 2021 la riapertura delle scuole prevista in ottobre, tenendo conto della situazione epidemiologica e dell’elevata percentuale di bambini asintomatici (il 64%, secondo uno studio recente).

A New York è invece il potente sindacato degli insegnanti a minacciare uno sciopero, o addirittura una causa legale, per costringere il sindaco Bill de Blasio a ritardare la riapertura delle 1800 scuole della Grande Mela prevista il 10 settembre, e per ottenere che tutti gli studenti e il personale scolastico siano sottoposti al test prima della campanella.

Intanto l’India registra il preoccupante record di giornata con oltre 70 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore.

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