Domenica 22 Dicembre 2024

Dalla cocaina colombiana alla 'ndrangheta, chiesta estradizione per Salvatore Mancuso

Salvatore Mancuso

Il governo della Colombia ha presentato al Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti una "istanza di arresto e successiva estradizione" dell'ex comandante paramilitare italo-colombiano Salvatore Mancuso, conosciuto anche come Il Signore della Droga che ha finito di scontare una condanna per narcotraffico, e che potrebbe invece essere inviato in Italia, come richiesto dai suoi legali. Mancuso, figlio di un italiano e con legami anche con la 'ndrangheta calabrese, ha chiuso i suoi conti con la giustizia statunitense mesi fa ma, a causa anche dei limiti imposti dalla pandemia da coronavirus, si trova ancora nel carcere di Atlanta in attesa di una decisione del governo Usa sulla sua destinazione finale, che potrebbe essere la Colombia, o più probabilmente l'Italia. Con l'istanza presentata ieri dalla sua ambasciata a Washington, la Colombia cerca di sanare un suo errore procedurale della giustizia che ha gravemente compromesso nei mesi scorsi la prospettiva di un rientro di Mancuso in patria per rispondere di gravi crimini e massacri compiuti quando era il 'numero 2' delle Autodifese unite della Colombia (Auc). Bogotà cerca di ottenere il ritorno di Mancuso in Colombia per procedere al suo immediato arresto in base a due ordinanze. La prima riguarda le sue responsabilità per 588 omicidi, 922 abbandoni forzati di residenza e 44 sparizioni di persone. La seconda per 14 omicidi, 52 abbandoni forzati di residenza e 19 sparizioni di persone. Tuttavia anche in Italia, dove è nato suo padre, il leader paramilitare non dovrebbe avere vita facile perché è ricercato dalla magistratura per la sua complicità in varie operazioni di narcotraffico internazionale, nelle quali è coinvolta anche la 'ndrangheta. In particolare fu coinvolto nell'operazione Decollo che ha portato all'arresto di 159 persone, tra cui vi erano Natale Scali (Gioiosa Jonica) e Santo Scipione (San Luca). E tramite l'AUC Mancuso avrebbe fatto arrivare al porto di Gioia Tauro 8 tonnellate di cocaina.

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