È dallo scorso luglio che la Cina ha dato il via alla somministrazione di un potenziale vaccino contro il Covid-19 alle categorie di lavoratori più a rischio di contrarre la malattia. Lo ha dichiarato il direttore del centro di sviluppo di scienza e tecnologia della Commissione Nazionale per la Sanità cinese, Zheng Zhongwei, in un’intervista all’emittente televisiva statale China Central Television.
Tra le categorie per cui è stata approvata la somministrazione del vaccino per «uso di emergenza» ci sono operatori medico-sanitari e personale di frontiera, questi ultimi selezionati per la presenza continua di contagi provenienti dall’estero. La decisione è «in linea con la legge», ha aggiunto il funzionario della Sanità cinese, senza scendere nel dettaglio di quale sostanza sia stata somministrata.
La pratica di somministrare il potenziale vaccino era già emersa di recente, destando alcune perplessità all’estero: la settimana scorsa, a 48 minatori della Metallurgical Corporation of China cui era stato somministrato il potenziale vaccino, era stato negato l’accesso in Papua Nuova Guinea proprio sulla base di preoccupazioni inerenti l’inoculazione della sostanza.
In futuro, ha proseguito Zheng, si prevede di estendere il programma di vaccinazione anche a operatori dei trasporti, dei servizi e a chi lavora nei «wet market», i mercati di selvaggina, in modo da creare una «barriera immunitaria». Proprio da un mercato di selvaggina, al mercato Huanan di Wuhan, si è diffuso, a fine 2019, il coronavirus responsabile dell’attuale pandemia.
Quattro dei sette potenziali vaccini nell’ultima fase di test in varie parti del mondo sono prodotti da aziende cinesi e la settimana scorsa quello sviluppato congiuntamente dal gruppo di Tianjin CanSino Biologics e dall’Istituto di Biotecnologia dell’Accademia di Scienze Mediche Militari cinese è stato il primo nel Paese a ottenere l’approvazione del brevetto da parte delle autorità locali.
Per quanto riguarda il prezzo del vaccino, Zheng ha poi sottolineato che tutti i vaccini prodotti dalla Cina avranno prezzi «abbordabili», smentendo il presidente di SinoPharm, Liu Jingzhen, che poche ore prima aveva parlato di circa mille yuan (122,5 euro) per la sostanza che verrà sviluppata dal suo gruppo.
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