Lunedì 23 Dicembre 2024

"Così lei non entra", giovane donna costretta a coprire la scollatura al Museo d'Orsay

Eccesso di zelo. È stata questa la motivazione data dai vertici del Museo d'Orsay di Parigi sul caso della giovane donna costretta a coprire la propria scollatura all'ingresso della struttura. "O si copre, o lei non entra", avevano intimato due funzionari del museo alla ragazza. Dopo un acceso confronto, la visitatrice ha ceduto indossando la giacca. Ma il giorno dopo, Jeanne, con lo pseudonimo "Tô", ha scritto una lunga lettera aperta su Twitter. "È martedì 8 settembre, il caldo aumenta nel pomeriggio e le braccia si scoprono. Ho voglia di andare al museo d’Orsay, e non sospetto che il mio décolleté sarà un oggetto di discordia. Arrivata all’ingresso non ho il tempo di mostrare il biglietto che la vista dei miei seni turba la funzionaria incaricata del controllo delle prenotazioni, che parte salmodiando: 'Ah no, non è possibile, non si può lasciare passare una cosa simile', mentre la collega cerca di convincerla a lasciare perdere. Chiedo che cosa stia succedendo, nessuno mi risponde ma fissano i miei seni, mi sento a disagio, l’amica che mi accompagna è sconvolta. Un altro agente, di sicurezza stavolta — i seni, quest’arma di distruzione di massa — si avvicina e mi intima ad alta voce: 'Signora le chiedo di calmarsi'. Sono calmissima, vorrei solo capire perché non posso entrare nel museo. 'Le regole sono le regole'. Arriva un altro responsabile, nessuno ha il coraggio di dire che il problema è il décolleté, ma tutti fissano apertamente i miei seni, designati alla fine con un 'questo'". La donna ha diffuso una sua foto con lo stesso vestito, scattata qualche ora prima al ristorante dell’Hotel Meurice. Dopo la sua denuncia, anche un’altra ragazza su Twitter ha raccontato di essere stata respinta di recente per motivi analoghi, colpevole di avere lasciato braccia e ombelico scoperti «per il caldo, non certo per esibizionismo». "Io non sono solo i miei seni, non sono solo il mio corpo. Mi domando se gli agenti che volevano proibirmi di entrare sanno a che punto hanno obbedito a dinamiche sessiste. Non può essere il giudizio arbitrario su che cosa è decente e cosa non lo è a determinare l’accesso o meno alla cultura". Poche ore dopo la direzione del museo ha preso posizione: "Siamo profondamente dispiaciuti per questo incidente e presentiamo tutte le nostre scuse alla persona coinvolta" parlando di "eccesso di zelo" dei dipendenti di una società esterna. Ma sui social il dibattito rimane accesissimo.

leggi l'articolo completo