Tutto è pronto perché l’Europa, con gli Stati Uniti, sia in prima linea per un’avventura da fantascienza: richiama il film 'Armageddon' la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Hera, che con l’americana Aida intende gettare le basi per la difesa del pianeta dagli asteroidi potenzialmente minacciosi: un’idea nata dal matematico e astronomo italiano Andrea Milani, fra i maggiori esperti internazionali di asteroidi, morto nel 2018. Quello su Hera è un accordo «estremamente significativo perché è il coronamento dell’idea di Andrea Milani, proposta molti anni fa», ha detto all’Ansa Franco Ongaro, direttore della Tecnologia, ingegneria e qualità dell’Esa e responsabile del centro per la scienza e la tecnologia dell’Esa (Estec).
Il contratto è stato firmato oggi in Germania da Ongaro con Marco Fuchs, amministratore delegato dell’azienda tedesca Ohb, primo contraente del consorzio Hera. Mentre la Nasa si prepara a lanciare la missione Aida (Asteroid Impact&Deflection Assessment) nel 2021, l’Esa ha firmato il contratto da 129,4 milioni di euro per la missione Hera, in programma nel 2024. Bersaglio di entrambe è il sistema binario di Didimo, l’asteroide delle dimensioni di una montagna accompagnato da una piccola luna, chiamata Dimorfo. Mentre la missione della Nasa ha il compito di l’asteroide per deviarne la traiettoria, Hera è destinata a raccogliere tutti i dati e le misure relativi all’impatto.
L’Italia, con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la sua industria, è fra i sette Paesi partner della missione, accanto a Belgio, Lussemburgo, Portogallo Repubblica Ceca, Romania e Spagna. L’industria italiana si è aggiudicata i contratti per alcuni sistemi di bordo, come quello di potenza elettrica assegnato a OHB-Italia, la propulsione assegnata ad Avio, mentre Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) fornirà il sistema di comunicazione e gli strumenti per il condizionamento e la distribuzione dell’energia. E’ infatti compito dell’Italia, realizzare il trasmettitore per lo spazio profondo capace di gestire i segnali degli esperimenti di
radioscienza. «Siamo davvero felici di essere saliti a bordo di Hera», ha detto Ettore Perozzi, responsabile dell’ufficio Sorveglianza spaziale dell’Asi.
«Era un obiettivo che inseguivamo da quando Andrea Milani ci aveva dimostrato come il rischio dell’impatto di un asteroide sulla Terra, al contrario di molte altre catastrofi naturali, possa essere completamente eliminato: basta prepararsi in tempo». «Sull'idea di Milani la Nasa ha organizzato una missione e ci ha chiesto di partecipare. E’ una missione fondamentale - ha
rilevato Ongaro - perché stiamo aumentando la capacità di scoprire e edere nuovi asteroidi ed è la prima volta che nella realtà si prova a deviare la traiettoria di un asteroide: vogliamo vedere se ci riusciamo e se in futuro saremo in grado di farlo». Hera, il cui nome in origine era 'Don Chisciotte, dovrà valutare l’area del cratere provocato dall’impatto della missione americana, misurarne la traiettoria e fare analisi radar dell’asteroide. «Prevediamo di lanciare nel 2024 per arrivare nell’orbita dell’asteroide nel 2026 - ha detto Ongaro - e rilevare misure che finora sono state fatte solo da Terra: sono dati che fanno la differenza, la precisione è fondamentale. La nostra sarà anche una grande dimostrazione tecnologica.
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