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Combattimenti tra Azerbaigian e Armenia nella regione Nagorno Karabakh

Aspri combattimenti nella regione autonoma del Nagorno Karabakh tra l’esercito dell’Azerbaigian e le forze indipendentiste armene, che hanno rivendicato l’abbattimento di due elicotteri militari azeri, dopo che Baku ha bombardato l’enclave. Il ministero della Difesa azero ha annunciato l’inizio di una «controffensiva».

Stamani l’Azerbaigian ha iniziato «bombardare» la linea di confine e obiettivi civili, inclusa la città principale della regione, Stepanakert, ha comunicato la presidenza del Karabakh.

I separatisti armeni nella regione del Nagorno-Karabakh hanno riferito di aver inflitto «perdite» all’esercito azero. Il ministero della Difesa azero ha confermato che un suo elicottero è stato abbattuto, aggiungendo che l’equipaggio è riuscito a mettersi in salvo e ha rivendicato di aver distrutto 12 batterie antiaeree.

«Stamattina presto, la parte azera ha lanciato bombardamenti lungo tutta la linea di contatto. Stanno anche bombardando Stepanakert (la capitale), chiediamo alla popolazione di mettersi al riparo», si legge sulla pagina Facebook della presidenza separatista. «Le forze armate del Karabakh hanno finora sventato i piani (dell’Azerbaigian), infliggendo pesanti perdite» all’avversario, ha comunicato il ministero della Difesa della regione.

Il Nagorno Karabakh è una regione secessionista dell’Azerbaigian, popolata principalmente da armeni e sostenuta dall’Armenia. Dal 1992 è stato teatro di una guerra che ha causato 30.000 morti. I colloqui di pace sono bloccati da molti anni. Nel 2016, gravi scontri sono quasi degenerati in una guerra nella regione, e nel luglio 2020 ci sono stati anche combattimenti tra armeni e azeri al confine settentrionale. Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliev, ha minacciato l’Armenia di rappresaglie per il suo «comportamento aggressivo», riferendosi agli scontri di luglio, e ha accusato Erevan di aver deliberatamente causato il fallimento dei negoziati di pace. Il ministero ha anche avvertito che l’Armenia sta preparando «decine di migliaia di uomini con un unico obiettivo, attaccare l’Azerbaigian».

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