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Usa 2020, rissa Trump-Biden: caos e insulti nel primo duello in tv

«Sei un clown». «E tu non hai niente di intelligente». Il primo attesissimo duello tv tra Donald Trump e Joe Biden, sul palco del Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, si chiude tra offese reciproche e una grande confusione, tutto a discapito degli elettori americani indecisi che speravano in un confronto schietto ma utile per capirne di più in vista delle elezioni del 3 novembre.

E invece per 96 minuti giù insulti e continue reciproche interruzioni, come forse mai era accaduto in un dibattito presidenziale negli Stati Uniti. Tanto che il faccia a faccia tra i due candidati alla Casa Bianca spesso è stato a un soffio dallo sfuggire di mano al moderatore Chris Wallace, anchorman di
Fox News, che più di una volta ha dovuto bacchettare soprattutto il presidente americano richiamandolo al rispetto delle regole accettate dalla sua campagna.

Proprio Trump, osservato in prima fila dalla first lady Melania e dai suoi figli, è apparso il più nervoso. Si è ritagliato da subito il ruolo di guastatore, sovrapponendosi spesso al suo avversario nel tentativo di metterlo in
difficoltà, di fargli perdere le staffe. Ma Biden, la cui tenuta alla vigilia era messa da molti in discussione, non è caduto nella trappola, riuscendo da politico navigato com'è a mantenere la calma e allo stesso tempo affondando colpi micidiali: «Tutti sanno che il presidente Donald Trump è un bugiardo e un clown», ha affermato di fronte al rivale che negava i rischi corsi da milioni di americani se venisse abolito l'Obamacare.

«Sei il peggior presidente della storia», ha poi rincarato Biden a proposito dello scandalo delle tasse del presidente provocato dallo scoop del New York Times. Non contento l’ex vicepresidente ha anche definito Trump «il
cagnolino di Putin». L’attuale inquilino della Casa Bianca, pur sorpreso dalla
grinta dell’avversario, non è stato a guardare, dipingendolo come una persona «poco intelligente» e come «un pupazzo in mano alla sinistra radicale». Poi ha tentato l’affondo sul figlio dell’ex vicepresidente,

Hunter, accusato di aver preso 3,5 milioni di dollari dalla Russia: «E' delle famiglie degli americani che soffrono che dobbiamo parlare, non della mia
famiglia», ha replicato Biden, prendendo anche le distanze dalla sinistra radicale: «Non sono un socialista e il Green New Deal non è il mio piano».
Nello scontro sulle proteste razziali, poi, il presidente si è rifiutato di condannare il suprematismo spingendosi a dire che la violenza «è un problema non della destra ma della sinistra». I social si sono subito schierati definendo la sfida "una vergogna», specchio di una campagna elettorale tra le più divisive della storia americana.

L’unica vera notizia allo scadere del tempo regolamentare, quando Trump, rievocando lo spettro dei brogli legati al voto per posta, ha ammesso: «Per
sapere il risultato delle elezioni ci potrebbero volere dei mesi». E, a differenza del suo rivale, non si è impegnato a riconoscere l’esito delle elezioni. «Ha solo paura del conteggio dei voti - ha replicato Biden - andate a votare, siete voi che determinate il futuro del Paese. E lui non può fermarvi».

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