A Madrid le cose vanno meglio non per merito delle chiusure del governo, ma grazie ai mini-lockdown che erano stati decisi dalla comunità cittadina. Così la presidente della Regione di Madrid Isabel Díaz Ayuso su 'Il Corriere della sera'. «Ciò che vediamo oggi - osserva - è il frutto del nostro lavoro: invece di chiudere l’intera regione, la Comunidad di Madrid aveva limitato i lockdown ad aree più piccole, solo dove il virus circolava, lasciando le altre libere. Più difficile, certo, ma più efficace e meno costoso. Dal 27 settembre all’11 ottobre il tasso di diffusione si è almeno dimezzato nei quartieri che avevamo chiuso. Prima di condannare alla stagnazione economica 6 milioni di madrileni, il governo avrebbe dovuto considerare che abbiamo 103 ospedali e che numeri, altrove drammatici, qui sarebbero stati gestibili». Poi spiega ancor di più nel dettaglio il metodo Madrid: «Misuriamo il virus nelle acque reflue. Abbiamo capito che sopra una certa soglia, entro 48 ore esploderà un focolaio. Siamo stati in grado di chiudere preventivamente». Bisogna essere prudenti sia «davanti alla salute» che «davanti alla pandemia economica. Non si muore di solo Covid-19. È compito della politica indicare come sopravvivere ai lockdown oltre che al virus. Non si può sfruttare la paura della gente per imporre un pensiero unico».