Lunedì 23 Dicembre 2024

Coronavirus, il coprifuoco non basta più: l'Europa va verso il nuovo lockdown

Il coprifuoco non basta più contro il coronavirus e alcuni Paesi in Europa si preparano al lockdown nazionale o regionale. Un tentativo disperato di frenare la seconda ondata che sta colpendo indiscriminatamente il Vecchio Continente dalla Svezia alla Gran Bretagna, con l’Oms che segnale un allarmante aumento del 40% delle vittime di Covid-19 rispetto alla settimana precedente. Il primo Paese europeo a tornare in lockdown potrebbe essere la Francia, dove ormai si viaggia oltre i 50.000 nuovi casi di Covid-19 al giorno. L’annuncio della chiusura (totale o parziale) potrebbe arrivare domani alle 20 in un discorso alla nazione del presidente francese Emmanuel Macron. Constatato il fallimento del coprifuoco decretato due settimane fa, il capo dell’Eliseo potrebbe annunciare la serrata a livello nazionale o un coprifuoco anticipato con confinamento nel fine settimana. Chiusure sono previste anche in Spagna, ma per il momento soltanto a livello regionale. Lo stato d’emergenza varato dal premier Pedro Sanchez qualche giorno fa ha dato la libertà alle regioni di chiudere i propri confini se necessario. Pare che a questo stiano pensando Andalusia, Madrid e Castilla y León che hanno già chiesto un parere ai loro comitati tecnico-scientifici in vista del ponte di Ognissanti. Il presidente dell’Andalusia, Juan Manuel Moreno, ha ammesso in un’intervista a Cadena Cope di essere «molto pessimista sulla possibilità di mantenere aperta la regione questo fine settimana». «Il numero di ricoverati e di terapie intensive ci fa pensare che non sia il momento giusto per autorizzare flussi di persone che entrano e escono dalla regione», ha detto. In Spagna i medici hanno incrociato le braccia per protestare contro il mancato rafforzamento del sistema sanitario nel giorno in cui il governo Sanchez ha presentato la legge di bilancio per il 2021 che prevede un aumento del 151% della spesa per il settore. Molti di loro hanno scioperato in modo simbolico continuando a garantire i servizi di base ma, secondo il principale sindacato di categoria (il Cesm), all’agitazione ha aderito l’85% dei 267.000 dottori spagnoli. L’intenzione è di scioperare l’ultimo martedì del mese per un periodo di tempo indeterminato mentre nel Paese oltre ai casi continuano ad aumentare i ricoveri per coronavirus. Dati preoccupanti anche in Gran Bretagna che ha visto un balzo di morti, saliti a 367, il numero quotidiano nettamente più elevato dall’epoca della prima ondata dei mesi scorsi. Più limitato invece l’incremento dei contagi, che toccano i 22.885 ma su un totale di test giornalieri sceso da 321.000 a 262.000 circa. E pure la Svezia, unico Paese al mondo a non aver mai imposto il lockdown contro la pandemia, ha registrato un record di casi, 1.870, contro i 1.698 di fine giugno. Sul fronte vaccino, mentre la Commissione europea insiste nel dire che una volta pronto l’antidoto contro il Covid-19 potrebbe non bastare per tutti i 450 milioni di cittadini entro la fine del 2021, la Russia preme sull'acceleratore e chiede all’Oms la registrazione «rapida» di Sputnik V. Il vaccino era stato annunciato ad agosto da Mosca come il primo al mondo contro il coronavirus nonostante non avesse completato tutti i test clinici necessari. Secondo il Fondo di investimenti diretti russo, che ha finanziato Sputnik V, la registrazione rapida renderebbe il vaccino russo disponibile in tutto il mondo prima rispetto alle procedure ordinarie.

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