L’Europa sta trattando la fornitura di 160 milioni di dosi di vaccino anti Covid con Moderna - l’azienda Usa che ieri ha annunciato il 94,5% di efficacia del suo antidoto - e ha dato oggi il via libera al contratto con la società farmaceutica CureVac, con sede in Germania, che prevede l’acquisto iniziale di 225 milioni di dosi per conto di tutti gli Stati membri, più un’opzione per ulteriori 180 milioni. In totale, assieme alle intese con le altre aziende, la Commissione si è assicurata fino ad oggi almeno «1,2 miliardi di dosi», ha fatto sapere la presidente Ursula von der Leyen. Con Moderna si tratta di una sorta di pre-accordo ma non c'è ancora nulla di firmato, tanto che dall’altra parte dell’Atlantico si lamentano «ritardi». La società americana di biotecnologia ha avvertito Bruxelles che il prolungarsi delle trattative per comprare dosi del suo vaccino rischia di rallentarne la distribuzione nel Vecchio continente. Il Ceo dell’azienda, Stéphane Bancel, ha riferito che negli Stati Uniti sono già state prodotte «diverse milioni di dosi». «Ma più l'Europa aspetta, più la consegna sarà rinviata nel tempo», ha insistito Bancel, secondo il quale i negoziati non si sono bloccati sul prezzo: il problema è che «è pieno di complicazioni amministrative, di dossier, di allineamenti tra i Paesi ed ècomplicato da gestire quando si è in 27 rispetto a quando si è da soli», ha osservato il numero uno di Moderna, che ha invece già firmato intese con il Canada, il Giappone, Israele, il Qatar e il Regno Unito, oltre alle 100 milioni di dosi promesse agli Usa all’inizio di agosto. Palazzo Berlaymont, da parte sua, si è limitato a dire che si sono avuti dei «colloqui esplorativi con esito positivo». Secondo uno dei suoi portavoce, Stefan De Keersmaecker, si dovrebbe arrivare a 160 milioni di dosi: 80 milioni più un’opzione per richiederne ulteriori 80 milioni. Quanto ai prezzi e al processo di produzione, De Keersmaecker ha ricordato che si tratta di «informazioni confidenziali commerciali legate a delle clausole». Il portavoce della Commissione europea Eric Mamer ha spiegato che Bruxelles «sta lavorando per ottenere dei contratti nell’interesse degli europei» e che sta seguendo un approccio «a portafoglio». In quest’ottica la Commissione ha annunciato di avere dato luce verde al contratto con CureVac, ampliando così il ventaglio di Bruxelles dopo le intese con AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV e BioNtech-Pfizer. «Stiamo ulteriormente aumentando le possibilità che i cittadini dell’Unione e le nostre economie possano presto tornare alla normalità in sicurezza», ha chiosato la commissaria alla Salute Stella Kyriakides. Von der Leyen ha invece ricordato che la Commissione si è assicurata fino ad oggi almeno «1,2 miliardi di dosi» e mantiene il suo impegno a «garantire un accesso equo a vaccini sicuri, efficaci ed economici, non solo per i cittadini dell’Unione ma anche per le persone più povere e vulnerabili del mondo». Secondo Bruxelles, i 27 Stati avranno tutti accesso immediato alla prima tranche di dosi e ne riceveranno in base alla popolazione. All’Italia andrà il 13,5% del totale, terza dopo Germania (18,6%) e Francia (15%). Buoni risultati intanto arrivano anche dall’oriente con il vaccino cinese 'CoronaVac' che, ha fatto sapere la rivista The Lancet Infectious Diseases, è risultato sicuro e senza effetti avversi, nonché in grado di indurre rapidamente la produzione di anticorpi dopo due dosi di prodotto.