I primi risultati dei test clinici avanzati per il vaccino anti Covid messo a punto da Astra-Zeneca-Università di Oxford è pari al 70%. Si è evidenziata la massima tolleranza per gli anziani. Confermato il costo di 2,80 euro per dose completa.
Lo rende noto il gruppo farmaceutico in un comunicato. I test clinici sono stati condotti nel Regno Unito e in Brasile, e «non si sono segnalate ospedalizzazioni o casi gravi della malattia» fra i volontari che hanno ricevuto il vaccino, si legge nella nota di AstraZeneca.
Il vaccino è risultato efficace al 90% quando è stato somministrato a partire da mezza dose, poi completata da una dose completa almeno un mese dopo; mentre un altro regime di dosaggio (2 dosi complete a distanza di un mese) ha avuto un’efficacia del 62%. L’analisi combinata dei due tipi di dosaggio porta a un’efficacia media del 70%, spiega ancora il gruppo farmaceutico.
Ora le indagini proseguono per accumulare dati e stabilire la durata della protezione. La protezione si verifica a partire da 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose e non si sono verificati gravi problemi: in entrambe le formulazioni, il vaccino è stato ben tollerato.
Secondo il responsabile dei test per l’Università di Oxford, professor Andrew Pollard, «questi risultati dimostrano che abbiamo un vaccino efficace che salverà molte vite». AstraZeneca sta lavorando per ottenere una capacità di produzione fino a 3 miliardi di dosi di vaccino nel 2021 a rotazione, se rotativa, in attesa dell’approvazione normativa.
Il vaccino, si legge ancora nella nota della società, può essere conservato, trasportato e manipolato in normali condizioni di refrigerazione (2-8 gradi Celsius/3646 gradi Fahrenheit) per almeno sei mesi e somministrato all’interno delle strutture sanitarie esistenti.
I volontari che hanno partecipato alla campagna di test clinici sono oltre 23 mila, dai 18 anni in su provenienti da diversi gruppi razziali e geografici sani o in condizioni mediche di base stabili. Sono in corso studi anche negli Stati Uniti, Giappone, Russia, Sudafrica, Kenya e America latina, e ne sono stati pianificati ulteriori in altri Paesi europei e asiatici. In tutto, la società prevede di fare test globalmente su 60 mila volontari.
Entro la fine del 2020 saranno disponibili a livello mondiale circa 200 milioni di dosi del vaccino, la cui produzione raggiungerà 700 milioni di dosi già entro il prossimo marzo. Lo ha detto nel corso d’una video-conferenza Pam Cheng, vicepresidente di AstraZeneca, partner dell’ateneo britannico assieme all’Irbm di Pomezia, spiegando, con il ceo Pascal Soriot che, attraverso una rete di 20 centri di produzione sparsi nel mondo, sarà possibile sfornare nel 2021 da 100 a 200 milioni di dosi al mese per il mercato internazionale.
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