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Egitto, Fratelli Musulmani: una nuova rivolta è "inevitabile"

Fahmy, portavoce dei Fratelli Musulmani, considera il regime di al-Sisi dannoso per il Paese più di quello di Mubarak: «La situazione in Egitto oggi è peggiore che sotto Mubarak che tentava di mantenere un certo equilibrio, mentre all’attuale regime non importa»

«Nessuna ingiustizia può durare per sempre, la pazienza e la capacità della gente di tollerare quello che sta succedendo non è infinita. Una rivolta nelle strade (in Egitto) è inevitabile anche se non posso predire una data precisa». Lo ha affermato il portavoce dei Fratelli Musulmani, Talaat Fahmy, da Istanbul dove si trova in esilio.

Dopo la caduta di Hosni Mubarak, alle elezioni presidenziali del 2012 aveva vinto il candidato del movimento islamista, Mohamed Morsi, ma l’anno successivo era stato deposto da un colpo di Stato militare guidato da Abdel Fattah al-Sisi, che ha scatenato contro i Fratelli Musulmani una dura repressione.

Il movimento ha «93 anni e ha visto simili travagli sotto Gamal Abdel Nasser dal 1954 fino al rilascio dei suoi leader dalla prigione nel 1974», ha ricordato Fahmy, sottolineando che il «il gruppo non è scomparso, non ha tagliato i contatti con i suoi membri per tutti quegli anni. I Fratelli Musulmani sanno come comunicare con i loro membri, adattandosi alla sicurezza e alle circostanze politiche».
Fahmy considera il regime di al-Sisi dannoso per il Paese più di quello di Mubarak: «La situazione in Egitto oggi è peggiore che sotto Mubarak che tentava di mantenere un certo equilibrio, mentre all’attuale regime non importa».

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