Si sono salvati solo 3 dei 49 cetacei che nella giornata di giovedì si sono arenati in una spiaggia dell’isola di Java, in Indonesia. Gli esemplari, appartenenti alla specie dei globicefali, misurano da tre a cinque metri e saranno sepolti nella spiaggia con l’avvento della bassa marea. Un gruppo nutrito di volontari aveva risposto all’appello lanciato dalle autorità locali per provare a salvare gli animali ma l’uso dei teloni e i tentativi di spingere il branco verso il mare non ha ottenuto i risultati sperati. «Le balene sopravvissute sono state rimesse in mare insieme perchè si tratta di una specie abituata a vivere in gruppo», ha dichiarato il governatore di East Java, Khofifah Indar Parawansa, aggiungendo che sono stati recuperati diversi campioni delle carcasse a scopi scientifici. Le correnti trasversali al largo rappresentano un pericolo per i cetacei che transitano nella zona, poichè possono rimanere intrappolati negli scogli vicini alla terraferma. A questo si deve aggiungere l’inquinamento, le reti abbandonate e i rifiuti di plastica galleggianti che disorientano gli animali provocando ferite e danni ingenti. Nel luglio dello scorso anno, altri dieci globicefali erano stati trovati morti vicino sull'isola di Timor.
Nuova Zelanda: balene arenate nell'Isola Sud, alcune già morte
Una cinquantina di balene pilota si sono arenate vicino a Farewell Spit, la più lunga area sabbiosa naturale del mondo, situata a nord-ovest dell’Isola del Sud, in Nuova Zelanda. Nove balene sono già morte nonostante i tentativi di salvarle e adesso si lavora senza sosta per tenere in vita le altre. Il ministero dell’ambiente ha fatto sapere che attende che l’alta marea, prima che faccia buio, per cercare di riportare in acque più profonde le 40 balene al momento arenate sulla sabbia. Nel frattempo, gli operatori ambientali insieme a una sessantina di volontari lavorano per mantenerli idratati: gettano loro addosso secchi d’acqua e coperte bagnate in attesa che i globicefali possano essere rimessi a galla. Proprio a Farewell Spit, un’area sabbiosa lunga 34 chilometri, il punto più a nord dell’Isola del Sud, nel 2017 si arenarono 700 balene, e 250 di loro non riuscirono a sopravvivere. Gli scienziati non sono ancora riusciti a capire perché le balene a volte deviano dalle loro rotte e si arenano in acque poco profonde; un’ipotesi è che perdano l’orientamento, confuse dall’inquinamento acustico o guidate da un capogruppo disorientato. Il più grande spiaggiamento di cetacei mai registrato è quello che si verificò nelle isole Chatham, a circa 800 chilometri al largo della costa sud-orientale della Nuova Zelanda, nel 1918: in quel caso furono un migliaio i globicefali ("Globicephala melas") che persero la rotta e si arenarono sulla spiaggia.