Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Le trapiantano i polmoni, ma il donatore aveva il Covid, donna muore dopo l'intervento

Il direttore del centro nazionale trapianti: "In Italia non sarebbe potuto succedere"

Una donna del Michigan, negli Usa, è morta due mesi dopo aver ricevuto un doppio trapianto di polmone che, si è scoperto, ospitava il virus Sars-CoV-2, nonostante il donatore non mostrasse segni di malattia e i test avessero dimostrato la sua negatività.
Secondo i ricercatori della University of Michigan Medical School questo potrebbe essere il primo caso provato di Covid-19 negli Usa in cui il virus sarebbe stato trasmesso tramite un trapianto di organi.

Gli studiosi, in un report pubblicato sull'American Journal of Transplantation, raccontano anche di come un chirurgo toracico, che ha partecipato all’operazione, si sia poi ammalato di Covid-19. Il donatore non era risultato positivo al tampone fatto entro 48 ore dal prelievo dell’organo.
«A differenza di quello americano, nel nostro protocollo di sicurezza infettivologica fin dal marzo 2020 su tutti i donatori di organi è obbligatorio il Bal, ovvero il lavaggio broncoalveolare, una procedura che permette la raccolta di campioni delle basse vie aeree - spiega Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti - si tratta di un test molto più sensibile e attendibile del tampone nasofaringeo: in pratica, se quella donazione fosse avvenuta in Italia, quasi certamente avremmo rilevato l’infezione e quindi il trapianto non sarebbe mai stato effettuato. È proprio per ridurre al minimo i rischi di contagio che la Rete nazionale trapianti ha attivato fin dall’inizio della pandemia una serie di procedure estremamente rigorose, a tutela di riceventi e operatori sanitari».

Caricamento commenti

Commenta la notizia