«L'errore è mio, e mio soltanto. Chiedo scusa a tutti i tedeschi». Angela Merkel compie una ritirata in grande stile sul "super-lockdown" di Pasqua annunciato neanche due giorni fa al termine di un vertice-monstre di oltre 11 ore con i governatori dei Laender. E se ne assume la piena responsabilità politica: l’idea di misure restrittive ancora più forti contro il Covid nei giorni delle festività - si sarebbe trattato di un blackout senza precedenti della vita pubblica in Germania, finanche i supermercati sarebbero rimasti chiusi - «era stata varata con le migliori intenzioni e buone ragioni. Ma l’errore è mio e solo mio: alla fine sono io che ho la responsabilità per tutto, dato il mio mandato». Per tutto questo, aggiunge la cancelliera rivolgendosi alla stampa subito dopo un nuovo vertice con i Laender convocato stamattina a sorpresa e in fretta e furia, «mi scuso con tutti i cittadini tedeschi». Come ha poi ribadito al Bundestag, dove si è sottoposta al fuoco di fila delle domande dei deputati, Merkel ha ammesso «che tutto il procedimento ha provocato un ulteriore senso di incertezza. E questo mi dispiace profondamente». Il punto è che semplicemente «non era possibile mettere in atto le misure decise in così breve tempo: c'erano troppe questioni rimaste aperte, come per esempio la gestione per le aziende e i negozi». Un errore, il suo, ancora più spiacevole in considerazione del fatto che la Germania si trova nel pieno di una terza ondata del coronavirus. Nondimeno, l’insieme delle misure decise al vertice con i Laender anche senza la ulteriore stretta pasquale «rappresentano una buona cornice di provvedimenti nella lotta contro la pandemia». La cancelliera se ne dice convinta: «Insieme vinceremo contro il virus. La strada è dura e irta di pietre, ma il virus perderà la sua carica di spavento». In effetti, la nuova proroga del lockdown in Germania - determinata da una curva di contagi sempre molto alta - aveva provocato un’infinità di polemiche, di critiche e di rabbia. A cominciare dalla Chiesa cattolica e da quella evangelica, fortemente contrariate per la richiesta di celebrare on line le messe pasquali, passando dalle categorie economiche, gli industriali e le comunità territoriali, e questo senza parlare degli attacchi dei giornali: dalla Bild alla Sueddeutsche Zeitung, un coro contro un piano «privo di strategia» e «senza coraggio», grazie al quale «è solo il virus a ringraziare». Un coro al quale si è unito anche l’autorevole istituto di studi economici Ifo, secondo il quale «la politica si limita a rincorrere il virus». Neanche molti degli stessi governatori dei Laender - che pure avevano partecipato al voto finale sul lockdown pasquale - si sono sottratti nella gara del tiro a segno contro la cancelliera. Certamente c'è di mezzo la stanchezza dei tedeschi per un lockdown che appare infinito (sono state tre le proroghe da dicembre a oggi), così come ha un ruolo non indifferente il malcontento per la lentezza della campagna vaccinale (ad oggi solo a 9,54 tedeschi su 100 è stata somministrata almeno una dose), in più ha pesato senz'altro lo scandalo sulla compravendita di mascherine anti-Covid in cui sono coinvolti alcuni parlamentari Cdu/Csu, l’unione cristiano-democratica di Frau Merkel: l’effetto è quello di un clima di sfiducia generalizzato che contrasta on la vastissima approvazione dell’operato del governo e della cancelliera nella prima fase della pandemia e che oggi si riflette drammaticamente sui sondaggi.