Bufera sul premier pakistano, Imran Khan, finito nel mirino per aver sostenuto che l’aumento degli stupri è dovuta al modo in cui vanno in giro vestite le donne. La piaga delle violenze sessuali è «conseguenza in qualsiasi società dove la volgarità è in aumento», ha affermato in un’intervista. Da qui, il consiglio alle donne di coprirsi per impedire agli uomini di cadere in "tentazione": «Non tutti hanno la forza di volontà per evitarla», ha sottolineato l’ex campione di cricket, facendo riferimento al 'purdah', termine che si riferisce alla modestia nel vestire e alla segregazione dei sessi. Parole che hanno scatenato una dura reazione online: a centinaia hanno firmato una dichiarazione in cui si attaccano i commenti «errati nei fatti, insensibili e pericolosi» di Khan. «La colpa spetta esclusivamente allo stupratore e al sistema che glielo permette, inclusa una cultura promossa da dichiarazioni come queste», si legge nella nota. La Commissione per i diritti umani del Pakistan si è detta «sconvolta» dalle sue parole, che «non solo tradiscono una sconcertante ignoranza di dove, perchè e come accadono gli stupri, ma anche dà la colpa ai sopravvissuti allo stupro, che, come il governo deve sapere, possono variare dai bambini piccoli alle vittime di crimini d’onore». Il Pakistan è un Paese fortemente conservatore dove le vittime di violenze sessuali sono spesso guardate con sospetto e le loro denunce raramente indagate; è regolarmente agli ultimi posti tra i Paesi per uguaglianza di genere. Non è la prima volta che Khan . un passato da play boy, al suo attivo il matriomonio con una star del jet set come Jamima Goldsmith- "scivola" sul tema: l’anno scorso era stato criticato per non aver ripreso un religioso musulmano, che con insistenza dava la colpa dello scatenarsi del coronavirus alle malefatte delle donne.