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Cina, nessun rischio sulla Terra dal rientro del razzo Long March 5B. Si temeva anche per l'Italia

"Preoccupazioni internazionali causate da campagna occidentale"

I detriti del razzo lanciato dalla Cina la scorsa settimana per mandare in orbita il modulo centrale della sua stazione spaziale permanente, quello che ospiterà i tre astronauti, è probabile che cadano in acque internazionali. Lo riporta il Global Times, rispondendo alle preoccupazioni internazionali (si è parlato anche di una possibile caduta dei detriti sull'Italia)  secondo cui il vettore, del peso di almeno 270 tonnellate potrebbe causare danni ricadendo sulla Terra. Sul rientro del Long March 5B, decollato dall’isola di Hainan il 29 aprile trasportando il modulo «Tianhe», i tempi e le modalità restano poco chiari, ma il tabloid del Quotidiano del Popolo, la "voce" del Partito comunista cinese, ha descritto le news sul razzo «fuori controllo» e che potrebbe provocare danni come una "campagna occidentale».

La situazione «non merita la creazione di panico», sulla base degli addetti ai lavori. «La maggior parte dei detriti - scrive il tabloid - brucerà durante il rientro, lasciando solo una piccolissima porzione che potrebbe cadere sulla Terra, potenzialmente su aree lontane dalle attività umane o nell’oceano», ha affermato Wang Yanan, direttore della rivista Aerospace Knowledge. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha affermato in una dichiarazione che il Comando spaziale Usa stava monitorando la posizione del razzo e che il rientro sarebbe dovuto essere intorno all’8 maggio.

«Tutti i detriti possono essere potenziali minacce alla sicurezza dei voli spaziali e al dominio spaziale», ha detto il Pentagono, aggiungendo che il 18/mo Space Control Squadron in California offrirà aggiornamenti giornalieri sulla posizione del corpo del razzo dal 4 maggio. Il Global Times ha anche citato l’esperto aerospaziale Song Zhongping dicendo che la rete di monitoraggio spaziale cinese terrà sotto stretto controllo le aree nella rotta di volo del razzo e adotterà misure per evitare danni alle navi in transito, mentre il carburante ecologico usato dal Long March 5B non sarebbe una minaccia per l’oceano, ha aggiunto. «Nel complesso, è un’altra promozione della cosiddetta "minaccia spaziale cinese" adottata da alcune forze occidentali», ha detto Song.

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