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Clima, allarme Onu: fenomeni meteo assurdi. Quanto aumenterà la temperatura?

Il Pianeta subirà un aumento «senza precedenti» di eventi meteorologici estremi come ondate di calore, siccità, nubifragi o inondazioni anche se il riscaldamento globale sarà limitato a +1,5 gradi centrigradi, secondo il rapporto degli esperti climatici delle Nazioni Unite lunedì.
«Sperimenteremo eventi senza precedenti, sia per la loro portata, la loro frequenza, il loro tempo o la loro posizione», hanno osservato gli scienziati, avvertendo che alcuni di questi fenomeni possono verificarsi contemporaneamente.

Johnson: abbiamo 10 anni per salvare il pianeta

Il governo britannico fa sue le conclusioni del nuovo allarmante rapporto sui cambiamenti climatici del globo pubblicato oggi dall’Onu e sottoscritto dagli scienziati dell’Ipcc. Si tratta di un «avvertimento severo» sul fatto che «le attività umane stanno danneggiando il pianeta a ritmo allarmante», commenta il primo ministro Boris Johnson sollecitando i leader del mondo - in veste di presidente della conferenza internazionale sul clima CoP 26 in programma a Glasgow a novembre, dopo alcun appuntamenti preparatori in Italia - a un piano di riduzione accelerato delle emissioni nocive. Il rapporto odierno è «una lettura che fa riflettere», sottolinea Johnson, e «spero che rappresenti una sveglia al mondo intero ad agire in vista del cruciale vertice nel quale ci incontreremo a Glasgow». «E' chiaro che il prossimo decennio sarà decisivo per assicurare un futuro al nostro pianeta», ammonisce ancora il premier Tory, rivendicando al Regno Unito di aver assunto «un ruolo guida» su questo dossier con l’avvio di un processo di «decarbonizzazione condotto a un passo più veloce di qualunque altro Paese del G20». Un allarme analogo era stato già lanciato dal ministro Alok Sharma, designato dallo stesso governo britannico come presidente della CoP 26.

Onu: effetti cambiamento dureranno millenni

Molti effetti del riscaldamento globale, soprattutto quelli che hanno conseguenze sugli negli oceani e nelle zone polari, «sono irreversibili per i prossimi secoli o millenni». E’ l’avvertimento contenuto nel nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che prevede, ad esempio, che il livello del mare continuerà a salire inevitabilmente, tra 28 e 55 centimetri entro la fine del secolo rispetto ai livelli attuali. A lunghissimo termine, il livello del mare si alzerà tra i due e i tre metri nei prossimi 2000 anni se il riscaldamento globale resterà a 1,5 gradi come proposto dall’accordo di Parigi, ma potrebbe superare i 20 metri con un innalzamento di 5 gradi.
Il nuovo documento dell’Ipcc, che dal 1988 analizza gli effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta, indica anche che i ghiacciai di montagna e ai poli continueranno a sciogliersi per decenni o addirittura secoli, un fenomeno più pronunciato nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale.

Riduzione del sette per cento delle emissioni di CO2, ma...

La pandemia, spiegano gli scienziati, ha fornito una serie di rilevazioni interessanti, come la riduzione del sette per cento delle emissioni di CO2, che ha portato a un miglioramento temporaneo della qualità dell’aria a livello globale, ma non ha prodotto alcun effetto sulle concentrazioni di gas serra in atmosfera.
Nel team, anche un gruppo di ricercatori italiani composto anche da Annalisa Cherchi, Susanna Corti e Sandro Fuzzi, dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac). I ricercatori hanno esaminato informazioni e modelli dettagliati per approfondire e quantificare l’effetto antropico sul clima della Terra. Creato nel 1988 allo scopo di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico e alla sua mitigazione, l’Ipcc si avvale di tre Working Group per la stesura dei rapport che si occupano della corrispondente sezione del documento.

 

Onu: foreste e oceani serbatoi per il 56% della Co2 dal 1960

Gli studiosi dell’Ipcc hanno evidenziato che dal 1960 foreste, suoli e oceani - definiti i serbatoi di anidride carbonica - hanno assorbito il 56% della Co2 emessa nell’atmosfera dalle attività umane, quindi oltre la metà. Ma questi serbatoi si stanno esaurendo e entro il 2100 non riusciranno ad assorbire la stessa quantità di gas serra prodotti finora. Il livello degli oceani è aumentato di circa 20 centimetri dal 1900 e il tasso è triplicato nell’ultimo decennio a causa dello scioglimento delle calotte glaciali. Nello scenario di aumento medio della temperatura di 2 gradi, gli oceani potrebbero salire di circa 50 centimetri nel 21/o secolo e arrivare a quasi due metri entro il 2300, il doppio di quanto stimato dall’Ipcc nel 2019. Ma nella peggiore delle ipotesi, con uno scioglimento drastico delle calotte glaciali, un aumento di due metri potrebbe anticipare al 2100. Gli scienziati non possono infatti escludere cambiamenti bruschi nel sistema climatico che sono "poco probabili» ma «ad alto impatto». Tra questi ci sono il crollo di calotte glaciali capaci di far salire il mare di decine di metri, lo scioglimento del permafrost che contiene immensi volumi di carbonio o la trasformazione dell’Amazzonia in una savana. L'aumento medio della temperatura globale nel 2030 dovrebbe essere fra 1,5-1,6 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale in tutti e cinque gli scenari valutati dagli scienziati dell’Ipcc nello studio diffuso oggi e aggiornato rispetto al precedente rapporto del 2014. Dunque, questo aumento verrebbe raggiunto dieci anni prima rispetto alla precedente stima dell’Ipcc di tre anni fa. Realizzato da oltre 230 scienziati di 66 nazionalità sulla base di 14.000 studi pubblicati, il volume rileva che entro la fine del secolo il limite di +1,5 auspicato dall’accordo di Parigi sul clima del 2015 sarà superato salvo drastici interventi che possono contenere l’aumento entro 1,4 gradi centigradi.

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