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Cina: cittadino canadese condannato a morte per traffico di droga

Schellenberg era stato arrestato nel dicembre 2014 e accusato di traffico di droga nel gennaio 2015 per il contrabbando di 225 chilogrammi di metanfetamine, reato per il quale si è sempre dichiarato innocente

Un tribunale cinese ha respinto la richiesta d’appello del cittadino canadese Robert Schellenberg, condannato a morte per traffico di droga. Schellenberg era stato arrestato nel dicembre 2014 e accusato di traffico di droga nel gennaio 2015 per il contrabbando di 225 chilogrammi di metanfetamine, reato per il quale si è sempre dichiarato innocente. Nel 2018, Schellenberg era stato inizialmente condannato a 15 anni di carcere, ma nel 2019, dopo il ricorso in appello, il suo caso è stato riaperto sulla base di nuove prove e il canadese è stato condannato alla pena di morte.

L’Alta Corte del Popolo della provincia del Liaoning, nel confermare la condanna a morte a Schellenberg ha aggiunto che «i fatti nel processo originale erano chiari e le prove affidabili e sufficienti». Il suo caso è stato rinviato alla Corte Suprema per la revisione, come avviene nei casi di condanne a morte. La condanna di Robert Lloyd Schellenberg è stata confermata in appello oggi da un tribunale locale, nel mezzo di una grave crisi diplomatica tra Pechino e Ottawa.

E la giustizia cinese dovrebbe annunciare domani il suo verdetto contro un altro cittadino canadese, Michael Spavor, sospettato di spionaggio. Il suo arresto in Cina, poco dopo quello in Canada di un alto funzionario del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, aveva infiammato le relazioni bilaterali.

Schellenberg è stato condannato a morte nel gennaio 2019. Già condannato in passato in Canada per traffico di droga, Schellenberg si è proclamato innocente e ha affermato di essere andato in Cina per turismo. Aveva presentato ricorso contro la condanna. L’Alta corte popolare della provincia nordorientale di Liaoning, dove era sotto processo, «ha deciso di respingere il ricorso e confermare il verdetto iniziale», si legge in un comunicato.

«E' stata costituita una Corte plenaria» e «ha ritenuto che la pena di morte fosse appropriata», ha affermato. Il processo d’appello di Schellenberg si è svolto nel maggio 2019. Ci sono quindi voluti più di due anni prima che la giustizia cinese emettesse il suo verdetto.

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