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Afghanistan, calciatrici da Herat a Firenze: "Ora siamo al sicuro"

"Vorremmo essere un esempio di speranza e fiducia per chi ancora vive in Afghanistan ma che spera di poter vivere in una società libera: è un messaggio per tutte le donne in Afghanistan"

"Da quando siamo entrate in Italia ci sentiamo bene, siamo al sicuro. Prima avevamo paura dei talebani. Noi vorremmo essere un esempio di speranza e fiducia per chi ancora vive in Afghanistan ma che spera di poter vivere in una società libera: è un messaggio per tutte le donne in Afghanistan".

Lo hanno detto le tre calciatrici di Herat arrivate a Firenze dall'Afghanistan nei giorni scorsi, che hanno incontrato la stampa a Palazzo Vecchio. Per motivi di sicurezza non è stato divulgato il nome delle calciatrici e del loro allenatore. Il viaggio fino a Kabul, hanno raccontato, "è durato 24 ore ed è stato molto pericoloso. Se i talebani ci avessero scoperto per noi sarebbe stato molto rischioso, così abbiamo viaggiato in modo che nessuno potesse rendersi conto di chi eravamo. Per 24 ore non abbiamo dormito". Le calciatrici hanno anche ringraziato il loro allenatore perché "ci ha aiutato a crescere. Non è stato solo un allenatore ma anche un appoggio". Sul futuro in Italia, hanno spiegato, "vorremmo studiare".

Nel gruppo c'è chi ha fatto informatica, chi letteratura inglese e ora spera di iniziare "con quella italiana". Il futuro è anche legato allo sport: "Da sempre guardavamo il calcio in tv - hanno detto -. Qualcuna di noi gioca in difesa, altre in attacco. Adesso potremo continuare il nostro sport, andare all'università, lavorare e avere una vita felice, in sicurezza. Vogliamo ringraziare tutti".

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