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Francia, in 100mila prenotano il vaccino dopo il discorso di Macron: ecco cos'ha detto - TESTO INTEGRALE

Al termine del discorso in diretta tv dall’Eliseo di Emmanuel Macron, si è scatenata in Francia la corsa alla prenotazione della terza dose di vaccino: oltre 100.000 persone, secondo i dati della piattaforma di prenotazione della Sanità, hanno preso appuntamento per il richiamo nell’ora seguente l’appello alla vaccinazione del presidente. Nel suo discorso, il capo dello stato ha annunciato che dal 15 dicembre, per gli over 65, sarà necessaria la terza dose per rinnovare la validità del green pass. E dall’inizio di dicembre partirà la campagna di vaccinazione anche per la fascia di età fra i 50 e i 64 anni.

 

Ecco il discorso integrale di Emmanuel Macron

"Francesi,

Miei cari compatrioti della Francia metropolitana, d’oltremare e all’estero,

In quest’autunno del 2021, ci tenevo a darvi un riscontro alle vostre domande, a volte preoccupazioni sulla nostra situazione sanitaria, economica, sociale e geopolitica.
Da quasi due anni stiamo affrontando una pandemia eccezionale.

Tutti insieme abbiamo retto e, credo, fatto in ogni fase le scelte collettive essenziali per proteggere ognuno di noi e per proteggerci come Nazione.

Le nostre decisioni si sono sempre basate sulla conoscenza scientifica, sull'imperativo di tutelarci, sulla volontà di agire in modo proporzionato e sulla convinzione che la responsabilità individuale e collettiva siano la nostra forza primaria.

Questo è ciò che ci ha portato a optare due volte per il confinamento quando necessario, in primavera e poi nell’autunno del 2020. Quindi, per mantenere il coprifuoco e regole adattate a ciascun territorio all’inizio di quest’anno 2021 quando molti dei nostri i vicini chiudevano tutto.
Dall’inizio di quest’anno 2021, siamo stati in grado di avere vaccini, acquistarli e poi produrli.
L'Unione Europea ha prodotto più di 2 miliardi di dosi di vaccini durante quest’anno, più di ogni altra potenza al mondo.

In Francia, dalla prima vaccinazione nel dicembre 2020, abbiamo iniettato più di 100 milioni di dosi in dieci mesi.
51 milioni di voi sono ora completamente vaccinati, rendendoci uno dei Paesi meglio protetti al mondo.

Grazie al pass sanitario e alla strategia attuata dallo scorso luglio, siamo riusciti a controllare l’epidemia.

Ricordando queste scelte e i nostri risultati, ho in questo momento un pensiero rispettoso e commosso per tutti i nostri connazionali scomparsi, e per le loro famiglie, e, ancora una volta, voglio ringraziare il nostro personale medico-sanitario, le nostre associazioni, tutti coloro che hanno contribuito a tutti questi sforzi. 

 

La nostra economia sta creando posti di lavoro come non mai prima d’ora. Tanto che, in settori come la ristorazione, l’edilizia, i servizi, l’artigianato o l’industria, tutti gli imprenditori mi dicono che oggi hanno difficoltà ad assumere.
In un momento in cui 3 milioni di nostri connazionali sono ancora disoccupati, questa situazione si scontra con il buon senso.

Per superarla, per garantire che tutte le opportunità di lavoro siano colmate, dobbiamo agire su tutti i fronti. Da quattro anni il lavoro paga di più con l’aumento del bonus attività di 100 euro a livello del salario minimo, con l’esenzione dalle tasse per straordinari e mance, con sgravi fiscali senza precedenti.

Rispetto all’inizio del quinquennio, si tratta di almeno 170 euro di potere d’acquisto al mese in più per i stipendi bassi. Negli anni a venire dovremo continuare queste scelte, e finanziare il nostro modello sociale tassando ancora meno il lavoro

Abbiamo anche fatto molta formazione. Con 15 miliardi di euro mobilitati dal 2017, mai così tante risorse sono state impegnate per migliorare le competenze di chi ha meno qualifiche e cerca lavoro.

Anche per i nostri giovani abbiamo fatto uno sforzo specifico, con la riforma dell’apprendistato e della formazione lavoro-studio, raggiungendo proprio in questo momento cifre record, e grazie al piano 'soluzione 1 giovane 1' abbiamo aiutato 3 milioni di giovani a trovare una formazione, un lavoro o un supporto. Di conseguenza, mentre vi parlo, il tasso di disoccupazione giovanile è ai minimi da oltre quindici anni.

Per i 500.000 giovani disoccupati e meno qualificati, ho annunciato, in linea con quanto vi dicevo il 12 luglio, l’avvio per il 1 marzo 2022 del Contratto di Impegno Giovani.

Un Contratto e non un Reddito perchè i diritti che apriamo - avere 20 ore di monitoraggio intensivo, un’indennità fino a 500 euro - corrispondono a doveri - dovere di frequenza, dovere di seguire la formazione offerta e di impegnarsi a pieno.

Più in generale, affinchè il lavoro permetta una vita dignitosa e paghi sempre più dell’inattività, stiamo attuando una riforma essenziale dell’assicurazione contro la disoccupazione. (AGI)

 

Tuttavia, non abbiamo ancora finito con la pandemia.
Innanzitutto perchè decine di migliaia di nostri connazionali sono affetti da quello che viene chiamato il «Covid lungo» i cui sintomi - che sono, perdita del gusto, dell’olfatto, spossatezza, degrado della salute mentale, sono oggetto di cure specifiche.

Poi perchè, lo sappiamo, dovremo convivere con il virus e le sue varianti finchè l’intera popolazione mondiale non sarà immunizzata. Ed è per questo che, fin dall’inizio, la Francia si è impegnata a dare dosi ai Paesi più poveri e in via di sviluppo. Siamo presenti all’appuntamento con questa solidarietà internazionale e continueremo a farlo.

Non abbiamo finito perchè a breve termine, come riferito dall’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa è iniziata la quinta ondata. Nel Regno Unito e in Germania, ogni giorno vengono registrati più di 30.000 nuovi casi.

E se, grazie ai vostri sforzi, la situazione in Francia è più favorevole, l’aumento del 40% del nostro tasso di incidenza in una settimana e l’aumento dei ricoveri sono segnali di allarme. Così come la situazione in alcuni territori d’oltremare, dove la vaccinazione è ancora in molti casi insufficiente, e che hanno sofferto molto negli ultimi mesi.

Voglio dire loro ancora una volta la nostra solidarietà nazionale e dire loro che tutto continuerà ad essere fatto, come dall’inizio della crisi.

Tutto questo deve condurci alla massima vigilanza e spronarci ad agire. Poichè abbiamo fatto il necessario per proteggerci, possiamo continuare a tenere sotto controllo la situazione se ognuno di noi fa la sua parte.

Il mio primo messaggio è dunque una appello. Un appello allo spirito di responsabilità dei sei milioni di voi che non hanno ancora ricevuto alcuna dose del vaccino.

Vaccinatevi. Vaccinatevi per proteggervi. La vaccinazione è aperta a tutti tranne che ai bambini sotto i 12 anni. Vi ricordo che una persona vaccinata ha 11 volte meno probabilità di finire in ospedale in terapia intensiva. Ricordo anche che miliardi di persone sul pianeta hanno già fatto il vaccino e che ormai siamo già un passo indietro.

Vaccinatevi per poter vivere normalmente: con il vaccino potrete ottenere il pass sanitario e quindi recarvi liberamente in bar, ristoranti, luoghi di cultura, sport e tempo libero senza test PCR.

 

Abbiamo riscoperto la nostra dipendenza dall’estero, anche per i beni di prima necessità come mascherine, paracetamolo e altro

Abbiamo imparato di nuovo con il vaccino che l’innovazione può cambiare tutto e talvolta nel giro di pochi mesi con una velocità senza precedenti.

Allo stesso tempo, le grandi questioni prima della crisi non sono scomparse: la protezione del pianeta, la sfida demografica, l’invecchiamento, l’aumento delle disuguaglianze. Quindi, in un modo senza precedenti, abbiamo così tante decisioni da prendere allo stesso tempo, così tanti investimenti storici da fare.

Per vincere tutte queste sfide, per controllare il nostro destino, il mercato da solo non basta. Bisogna ipotizzare un forte intervento pubblico con, in pochi settori chiave, investimenti significativi. Investimenti dalla Nazione, investimenti anche dall’Europa

Per questo ho lanciato il piano Francia 2030, dotato di 30 miliardi di euro in cinque anni.

Investire in 10 settori molto promettenti per il futuro, come la decarbonizzazione dell’industria, i veicoli elettrici, gli aerei a zero emissioni di carbonio o anche la cultura, la salute, lo spazio o il mare.

Per educare e formare i nostri giovani a queste professioni del futuro. Per garantire la produzione di componenti e tecnologie essenziali in Francia come semiconduttori, robotica o cyber.

Il nostro obiettivo è chiaro: che i prodotti e le tecnologie che salveranno l’economia, i posti di lavoro e in qualche modo le vite del 2030 non provengano solo dagli Stati Uniti o dall’Asia, ma anche dalla Francia e dall’Europa.

Alcuni pensano che questo sogno sia irraggiungibile.

Credo proprio il contrario.

Credo che sia anche questione di ambizione realizzabile, di lucido volontarismo, se oggi continuiamo a fare riforme, trasformazioni e se investiamo.

Sì, la Francia ha i mezzi per consolidare le sue posizioni di grande potenza educativa, industriale e agricola. Innovare, creare e produrre rispettando i nostri obiettivi di clima e biodiversità se investiamo, se togliamo i freni all’azione, alle complessità inutili e al corporativismo. 

 

Non solo perchè per ognuno  di noi, è il lavoro che ci permette di creare legami, di aumentare il nostro potere d’acquisto, di progredire semplicemente nella vita possedendo proprietà, proteggendo la nostra famiglia, i nostri cari, realizzando i nostri progetti.

Ma anche perchè collettivamente è il lavoro di tutti che ci permette, come Nazione, di fare le nostre scelte, e di garantire la nostra indipendenza.

E' attraverso il lavoro, e ancora più lavoro, che potremo preservare il nostro modello sociale, le nostre pensioni, la cura dei malati, il sostegno alle famiglie, la migliore inclusione a scuola, nel lavoro o in strutture adatte a persone con disabilità.

E' anche attraverso il lavoro che consentiremo ai nostri anziani di vivere più a lungo a casa o di essere meglio supportati. E’ stato creato un quinto ramo del sistema di Previdenza Sociale, che sarà pienamente implementato nei prossimi mesi, ed entro il 1 gennaio le professioni di cura e aiuto domiciliare avranno i loro stipendi aumentati.

Proprio in questo momento, nonostante la pandemia, stiamo collettivamente costruendo, passo dopo passo, un vero servizio pubblico di autonomia per i nostri anziani. Lo stiamo finanziando e lo finanzieremo attraverso più lavoro.

E' grazie al lavoro di tutti che possiamo continuare a rendere più solido il nostro Stato.

Dal 2017 abbiamo reclutato 10.000 poliziotti e gendarmi, abbiamo aumentato notevolmente il budget dedicato alla Giustizia, in un modo senza precedenti.

I risultati ci sono: 36 attacchi terroristici sventati, il numero di effrazioni e furti di veicoli è diminuito di un quarto, record di sequestri e arresti per traffico di droga.
Ma molto chiaramente, siamo lucidi sul lavoro che resta da fare. La violenza, di ritorno in tutte le società occidentali, richiede di più.

Dobbiamo quindi continuare e rafforzare le nostre azioni per combattere la violenza contro le donne, per proteggere meglio i nostri figli. 

 

Miei cari compatrioti,

Abbiamo superato insieme negli ultimi mesi una combinazione di crisi senza precedenti: la pandemia, le sue conseguenze, il terrorismo, i disordini geopolitici e così via. Ho cercato in questa panoramica veloce di riportare tutto ciò che stiamo facendo e ciò che occorre fare per i mesi a venire. Ma in tutti questi mesi siamo rimasti uniti, fedeli a ciò che siamo, profondamente umani.

Quindi vedo bene, sento bene, sento bene, l’incertezza, i dubbi, a volte la fatica, a volte la rabbia che si manifestano quando vi vengo incontro.

Questi sono tempi difficili, spaventosi per molti di voi.

Ma guardate cosa abbiamo ottenuto negli ultimi mesi agendo insieme. Uniti.

Abbiamo raggiunto l’impensabile.

Quindi ve lo dico con grande convinzione, non temiamo!

Crediamo in noi stessi!

Crediamo nella Francia!

In una Francia che resta se stessa.

Forte della sua storia, della sua cultura, della sua lingua, della sua laicità, di ciò che la unisce.

Forte del suo spirito di resistenza alla diluizione in un mondo che va verso la sottomissione, i dogmi, l’oscurantismo, il ritorno del nazionalismo.

Forte nella sua determinazione ad abbracciare il futuro e continuare a fare la sua parte dell’universale.

Crediamo in noi stessi, ce lo meritiamo!

Viva la Repubblica.

Viva la Francia.

 

E nel proseguimento dei lavori di Beauvau (sede del ministero dell’Interno, ndr) si discute di una legge di programmazione per la nostra sicurezza interna. Sarà presentata nel primo trimestre del 2022 e fornirà maggiori risorse e alleggerirà i vincoli burocratici sulle nostre forze dell’ordine.

Abbiamo anche lanciato gli Stati Generali di Giustizia che, riunendo tutti gli attori, porteranno in primavera a misure forti sia per rendere più rapida la giustizia sia per l’effettiva esecuzione delle sentenze emesse.

Infine, è attraverso il lavoro di tutti che potremo costruire la nostra indipendenza energetica.

Ogni giorno viviamo le conseguenze della situazione attuale: fare il pieno di carburante è più costo, le bollette del gas e dell’elettricità sono in aumento. Quello che stiamo vivendo in queste ultime settimane richiede risposte urgenti.

Per questo il governo ha bloccato i prezzi del gas, anche per questo chi di voi guadagna meno di 2000 euro netti al mese riceverà un’indennità eccezionale di inflazione di 100 euro.

Ma se dobbiamo pagare la nostra energia a prezzi ragionevoli e non dipendere dall’estero, dobbiamo continuare a risparmiare energia e investire nella produzione di energia senza emissioni di carbonio sul nostro suolo.

Ecco perchè, per garantire l’indipendenza energetica della Francia, per garantire l’approvvigionamento elettrico del nostro Paese e raggiungere i nostri obiettivi, in particolare la neutralità del carbonio nel 2050, per la prima volta da decenni, rilanceremo la costruzione di reattori nucleari nel nostro Paese e continuare a sviluppare le energie rinnovabili.

Questi investimenti ci permetteranno di essere all’altezza dei nostri impegni. Mentre chiudiamo la COP 26 a Glasgow, questo è un messaggio forte dalla Francia

Come potete vedere e tutti lo percepiamo, ora ci prepariamo ad affrontare le sfide del futuro.

Perchè stiamo vivendo una profonda rivoluzione.

Con la pandemia abbiamo avuto prova della nostra vulnerabilità: questo virus improvviso ha bloccato il mondo intero. 

 

Ma la Francia non sarà forte da sola.

La posta in gioco è tale, nello scontro tra le potenze continentali che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, che solo un accordo europeo, unito e volontario, può fornire a ciascuno dei nostri Paesi europei una staffetta e una forza d’attacco.

Basta aprire gli occhi per vedere quanto i nostri interessi si incontrano e si armonizzano.

E' in questo contesto di shock delle potenze americana, cinese e russa e di destabilizzazione di molte parti del mondo che il nostro Paese tra due mesi sarà incaricato di presiedere l’Unione europea.

Perchè gli orientamenti dell’Unione non sono distanti o evanescenti.

Sono anche il tessuto delle nostre vite e degli anni a venire.

Senza l’Unione Europea, non avremmo avuto il vaccino così rapidamente.

I nostri partner non sono stranieri. In questo continente che ci è stato donato dal destino, si trovano ad affrontare le stesse onde, le stesse tempeste di quelle che incontriamo. E’ quindi con loro che cercheremo nei prossimi mesi di affrontare al meglio le sfide che sono le nostre.

Insieme, per proteggere meglio le nostre frontiere esterne.

Insieme, per continuare a ricostruire un rapporto di pace, stabilità e crescita con l’Africa.

Insieme, per regolamentare al meglio i colossi digitali.

Insieme, per costruire una strategia credibile per ridurre le nostre emissioni di CO2, compatibile con la nostra sovranità industriale e tecnologica.

Questo nuovo modello di investimento e di crescita in cui credo per la Francia e per l’Unione europea è quello che difenderò a vostro nome dal prossimo gennaio, quando assumerò la presidenza dell’Unione". 

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