Due mandati di cattura internazionali, chiesti dalla procura di Pavia, sono stati emessi nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell’uomo di 50 anni, G. A. B., israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv. Lo scrivono oggi Il Corriere della Sera e La provincia pavese. Il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone è al centro di una contesa tra due rami familiari. «A ulteriore conferma della pianificazione del sequestro, vi sono inoltre i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate immediatamente precedenti l'11 settembre», giorno del rapimento, e accertati «grazie all’analisi del traffico telefonico, dove sia il Peleg», nonno materno di Eitan, «sia l’Alon Abutbul», autista «verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata "Blackwater"», avevano «definito le fasi finali del progetto criminoso». Lo scrive la Procura di Pavia. La Procura spiega anche che «la condotta degli ex coniugi Peleg», ossia il nonno Shmuel e la nonna Esther (anche lei indagata ma non destinataria del mandato d’arresto) «è stata contrassegnata anche da alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il loro intento criminoso, come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto della Esther Athen Cohen», ossia la nonna materna, «con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro». A rendere complicate le indagini sul sequestro di Eitan hanno contribuito anche «i presunti trascorsi di appartenenza militare degli indagati, nonchè il fatto che si muovessero in modo 'ombrosò sul territorio italiano con l’utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere». Lo scrive la Procura di Pavia in una nota relative al mandato di arresto a carico di Shmuel Peleg e di Gabriel Abutul Alon.