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Covid, in Giappone variante Delta "scomparsa per autoestinzione". Ecco l'ipotesi degli scienziati

Covid, in Giappone variante Delta "scomparsa per autoestinzione". L'ipotesi degli scienziati.

Il Giappone è al primo posto tra i paesi del G7 per tasso di vaccinazione anti Covid con il 76,1% dei suoi 125 milioni di abitanti che ha ricevuto entrambe le dosi, contro il 75,6% del Canada e il 72,9% dell’Italia. E' quanto emerge dai dati forniti dal governo.

A differenza dell’Europa e degli Stati Uniti, in Giappone i contagi sono notevolmente diminuiti nelle scorse settimane a poche centinaia ogni giorno rispetto ai circa 25.000 di agosto. Domenica scorsa a Tokyo sono stato registrati 20 casi, con una media giornaliera sotto quota 50 in oltre un mese. In calo anche il numero dei pazienti in terapia intensiva a livello nazionale, a quota 76.

Dopo un inizio incerto, le autorità hanno accelerato la campagna vaccinale, in particolare tra gli anziani, con circa il 91% degli ultrasessantacinquenni già immunizzati.

Secondo i dati dell’Università di Oxford e dell’organizzazione no-profit Our World in Data, tra le nazioni che non appartengono al G7, Singapore si mantiene al primo posto per copertura vaccinale con un tasso del 91,9%, seguito dalla Spagna con l’80,2%.

Secondo il gruppo di lavoro della National Governors' Association, in Giappone i dati confermano che i vaccini contro il coronavirus si stanno rivelando molto efficaci nell'impedire che i sintomi del COVID-19 diventino gravi. La ricerca si è concentrata sulla diffusione del COVID-19 in ciascuna delle 47 prefetture del Giappone durante la quinta ondata di contagi registrata l’estate scorsa e sulle misure adottate nella lotta contro il coronavirus.

E adesso la domanda è questa: perché la quinta e più grande ondata di pandemia di coronavirus in Giappone, causata dalla variante supercontagiosa Delta, si è improvvisamente interrotta subito dopo un aumento di nuove infezioni che sembrava inarrestabile? E cosa ha reso il Giappone diverso dagli altri Paesi che ora stanno assistendo a una nuova ondata di casi?

"La variante Delta si è dissolta per autoestinzione"

Secondo i ricercatori, la risposta sorprendente potrebbe essere che la variante Delta si sia dissolta in una sorta di "autoestinzione". Molti studiosi, per individuare la cause,  sostengono diverse ipotesi, tra le quali proprio l’altissimo tasso di vaccinazione con il 75,7% dei residenti completamente vaccinati già alla metà di novembre. Altri possibili fattori sono le misure di distanziamento sociale e l'uso di mascherine che sono profondamente radicate nella società giapponese.

Ma il motivo principale potrebbe essere legato ai cambiamenti genetici che il coronavirus subisce durante la riproduzione, a un ritmo di circa due mutazioni al mese. Secondo una teoria potenzialmente rivoluzionaria proposta da Ituro Inoue, professore presso l'Istituto Nazionale di Genetica, la variante Delta in Giappone ha accumulato troppe mutazioni nella proteina non strutturale che corregge gli “errori” del virus chiamata nsp14. Di conseguenza, il virus ha faticato a riparare gli errori nel tempo, arrivando infine all'"autodistruzione".

Gli studi hanno dimostrato che più persone in Asia hanno un enzima di difesa chiamato APOBEC3A che attacca i virus a RNA, incluso il virus SARS-CoV-2 che causa il COVID-19, rispetto agli abitanti dell'Europa e dell'Africa. Per questo i ricercatori dell'Istituto Nazionale di Genetica e dell'Università di Niigata hanno cercato di scoprire come la proteina APOBEC3A influenzi la proteina nsp14 e se possa inibire l'attività del coronavirus. Il team ha condotto un'analisi dei dati sulla diversità genetica per le varianti Alfa e Delta da campioni clinici infetti in Giappone da giugno a ottobre.

"La variante Delta è deventata un virus difettoso"

La rete della variante Alfa, che è stata il principale motore della quarta ondata giapponese da marzo a giugno, aveva cinque gruppi principali con molte mutazioni che si ramificavano, confermando un alto livello di diversità genetica. I ricercatori hanno ipotizzato che la variante Delta, che secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie è contagiosa più del doppio  rispetto alle varianti precedenti e potrebbe causare malattie più gravi nelle persone non vaccinate, avrebbe una diversità genetica molto più “vivace”.

"Siamo rimasti letteralmente scioccati nel vedere i risultati", ha detto Inoue al Japan Times. “La variante Delta in Giappone era altamente trasmissibile e ‘annullava’ la diffusione di altre varianti. Ma man mano che le mutazioni si accumulavano, crediamo che alla fine sia diventato un virus difettoso e non sia stato in grado di replicarsi. Considerando che i casi non sono aumentati, pensiamo che a un certo punto durante tali mutazioni si sia diretto letteralmente verso la sua estinzione naturale».

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