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Ucraina: si spara nel Donbass, scambi di accuse Kiev-ribelli. E' il pretesto, attacco imminente?

Potrebbe essere arrivato il pretesto, la provocazione, l’incidente vero o presunto che l’Occidente temeva come possibile preludio di un’invasione dei 150 mila soldati di Mosca che circondano il territorio ucraino da est, da nord e da sud. Gli scambi di artiglieria cominciati nella notte - e le reciproche accuse - sulla linea di contatto tra le truppe ucraine e i separatisti filo-russi nel Donbass cancellano i timidi segnali di de-escalation intravisti nei giorni scorsi e allontanano la soluzione diplomatica alla crisi cui la comunità internazionale sta forsennatamente ancora lavorando. Non è chiaro quale sia stata la miccia che ha dato fuoco alle polveri la notte scorsa: i separatisti hanno accusato le truppe di Kiev di aver aperto il fuoco nell’est del Paese, costringendo gli ucraini alla smentita. Poi, alla luce del sole, colpi di mortaio hanno cominciato a cadere sui villaggi limitrofi al Donbass occupato. Uno di questi ha colpito un asilo, nel villaggio di Stanytsia Luhanska, in pieno giorno e con i bambini presenti. Fortunatamente, riferiscono i media, in quel momento i piccoli erano in un’altra stanza, ma ci sono stati tre feriti, di cui due civili. L’esercito ucraino ha a sua volta accusato i separatisti di questo e altri 34 bombardamenti, tra cui quello caduto nel cortile del liceo del villaggio di Vrubivka.

«In quel momento c'erano 30 studenti e 14 membri del personale» che hanno trovato rifugio nel seminterrato, mentre decine di case sono rimaste senza fornitura di gas. Più tardi la Joint Forces Operation ha dato notizia di due militari feriti e denunciato l'uso in 28 occasioni di armi vietate dagli accordi di Minsk, tra cui l’artiglieria da 122 mm. «Ma noi non abbiamo aperto il fuoco in risposta». Dall’altra parte, i ribelli dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk accusavano Kiev: "L'esercito ucraino continua a bombardare infrastrutture e palazzi residenziali» a Donetsk. Secondo l’Osce, ci sono state 500 esplosioni, principalmente nell’oblast di Lugansk. Il presidente ucraino Zelensky ha bollato come «una provocazione» i nuovi bombardamenti nel Donbass e ha ribadito che «l'Ucraina non rinuncerà mai alla Nato», condizione posta dalla Russia per porre fine alla crisi. Dal canto suo il Cremlino ha rovesciato le accuse, parlando a sua volta di "provocazioni» sul terreno: nel Donbass «la tensione è in aumento» e potrebbe «incendiarsi in ogni momento», ha avvertito. E se da una parte Mosca ha annunciato che prosegue il ritiro delle sue forze dalla Crimea, la Casa Bianca ha rivelato che la Russia ha al contrario aggiunto altri «7.000 militari» ai confini. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avvertito che Mosca potrebbe perfino usare «armi chimiche», o inscenare attacchi terroristici o con i droni contro i civili, per giustificare una risposta militare. In questo scenario di nuovo incandescente, l’Ucraina continua a mostrarsi fiera ma sente il fiato sul collo. Nella notte sono spuntate le immagini satellitari di un ponte galleggiante costruito lungo il fiume Pripyat, che dalla Bielorussia porta direttamente al Dnepr, nel cuore di Kiev. La struttura, tirata su in pochi giorni dalla frontiera ucraina, potrebbe servire da supporto a un’eventuale invasione dal territorio bielorusso dove le truppe russe sono impegnate fino al 20 febbraio in "esercitazioni congiunte» con le forze di Lukashenko. Kiev intanto rivendica la sua normalità, continuando a vivere come sempre, o quasi, ma si prepara al peggio. Le autorità cittadine hanno illustrato il piano d’emergenza in caso di attacco e che userà la metropolitana come un grande rifugio antiaereo.

«Le prove sul campo dicono che la Russia si sta muovendo verso un’imminente invasione. Si tratta di un momento cruciale». Lo ha detto l’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, parlando alla stampa. Intanto, il vice ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca Bart Gorman è stato espulso dalla Russia. Lo rende noto la Tass.

Biden, pensiamo Russia prepari azione sotto falsa bandiera

Il rischio di un’invasione russa dell’Ucraina è "molto elevato": lo afferma il presidente Usa Joe Biden. «Abbiamo ragione di credere che la Russia - ha aggiunto - stia preparando un’operazione sotto «falsa bandiera» in Ucraina.

Mosca pubblica le risposte inviate agli Usa, 11 pagine

La Russia si dice "pronta al dialogo" con l’Occidente nelle 11 pagine inviate agli Stati Uniti ma sottolinea che «le linee rosse e gli interessi strategici» sul fronte della sicurezza che aveva posto "sono stati ignorati": "Questo è inaccettabile», è la posizione del ministero degli Esteri di Mosca, che rileva come «da Usa e Nato non siano arrivate risposte costruttive» alle sue esigenze. Lo riferisce la Tass. Nel documento Mosca rileva che «la parte americana non ha dato una risposta costruttiva agli elementi di base della bozza di trattato con gli Usa, preparata dalla parte russa, sulle garanzie di sicurezza».
«In assenza della disponibilità da parte americana a concordare garanzie giuridicamente vincolanti della nostra sicurezza, la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure di natura tecnico-miliatre», si legge nel testo, come riporta il quotidiano russo Kommersant. Il documento è stato consegnato all’ambasciatore americano a Mosca, John Sullivan.

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