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Crisi Russia-Ucraina, l'Italia condanna il riconoscimento del Donbass

Draghi segue la situazione. Di Maio: "Pronti a riferire in aula"

L’Italia fa sentire la sua voce, così come i partner europei ed occidentali, per condannare lo strappo di Vladimir Putin sull'Ucraina con il riconoscimento del Donbass: è un «grave ostacolo alla ricerca di una soluzione diplomatica», sottolinea il ministro degli Esteri Di Maio, aggiungendo che il governo è pronto a riferire in Parlamento. Roma fin dall’inizio della crisi si è spesa per trovare una soluzione diplomatica, con la fermezza nel difendere la sovranità di Kiev, ma allo stesso tempo con la convinzione che un canale con Mosca dovesse rimanere sempre aperto. In questo quadro, la drammatica svolta annunciata dal Cremlino ha sorpreso il governo, ed il premier Mario Draghi - per il quale si era ipotizzato una missione da Putin nei prossimi giorni - sta seguendo costantemente l’evolversi della situazione, ma una prima dura critica a Mosca non è mancata.

«La decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk è da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica», ha sottolineato il ministro Di Maio. Ribadendo che «l'Italia continua a sostenere l’integrità e la piena sovranità dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti». «Putin - gli ha fatto eco il sottosegretario agli affari europei Enzo Amendola - vuole riscrivere la storia e imporre le sue ambizioni sullo stato di diritto», e quindi la «condanna deve essere ferma», perché «non possiamo accettare sfere d’influenza sotto la minaccia delle armi». Il riconoscimento dei separatisti filo-russi ha scosso anche il Parlamento, a partire da alcuni leader dei partiti di maggioranza. Per Enrico Letta la scelta di Putin è "inaccettabile» ed è arrivato il momento per l’Ue di adottare "decisioni più forti».

Giuseppe Conte ha definito la decisione di Mosca una «compromissione dell’attuazione degli accordi di Minsk», che introduce «un grave ostacolo sulla strada del dialogo tra le parti». Carlo Calenda ha evocato il precedente della Crimea, affermando che «le dichiarazioni di Putin ricalcano quelle usate prima dell’annessione dei Sudeti». Nel frattempo, sulla sponda centrodestra, Silvio Berlusconi ha riunito i vertici di Forza Italia, con l’obiettivo di continuare a lavorare, anche attraverso i canali internazionali, per evitare un’escalation che avrebbe conseguenze preoccupanti per l’Italia e l’Europa sia dal punto di vista geopolitico che energetico. Il Pd ha chiesto una convocazione straordinaria delle Camera. Di Maio ha assicurato che il governo è pronto a riferire in aula. Aggiungendo che «l'Italia è in costante contatto con i partner europei e atlantici per coordinare la risposta all’annuncio del Presidente della Federazione Russa».

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