Sabato 23 Novembre 2024

Ucraina, la vita vince sulla morte. Mia, nata stanotte in metropolitana a Kiev, è una luce di speranza

Hanno fatto il giro del mondo in poche ore le immagini della metropolitana di Kiev diventata rifugio per i residenti della capitale ucraina dall'inizio dell'operazione militare russa. E nelle scorse ore proprio in quei cunicoli diventati riparo dalla guerra una donna avrebbe dato alla luce una bambina. La vicenda è stata raccontata da un gruppo aperto su Telegram, riferisce la Bbc. Come raccontato poi il DailyMail, la piccola si chiama Mia. Le urla delle donna sono state avvertite dalla polizia ucraina che è tempestivamente corsa in suo aiuto. Un agente, Mykola Shlapak, ha raccontato di avere aiutato la 23enne a partorire la piccola e successivamente un’ambulanza ha portato la mamma e la figlia in ospedale, dove sono state ricoverate. Le loro condizioni di salute sono buone. Hannah Hopko, presidente di Democracy in Action Conference, ha affermato: “Mia è nata questa notte in un rifugio, in un luogo stressante, durante il bombardamento di Kiev. Sua madre ora è felice dopo questo parto difficile. Mentre Putin uccide gli ucraini, invochiamo le madri di Russia e Bielorussia per protestare contro la guerra. Difendiamo la vita e l’umanità”. Ma sono tante le storie che arrivano da Kiev in questi giorni. Ivan ha due figli piccoli. Lo stato di emergenza proclamato dall’Ucraina, invasa dalle forze armate russe, l’ha costretto a lasciare l’appartamento al centro di Kiev e a portare in salvo la sua famiglia a 50 chilometri dalla capitale, in una casa in campagna dove sua moglie Hanna, al nono mese di gravidanza darà alla luce il suo terzo figlio. I primi due bambini sono nati col cesareo in ospedale. Stavolta difficilmente Hanna, a circa tre settimane dal parto, potrà contare sull'assistenza necessaria. Le strade sono bloccate, è complicato raggiungere gli ospedali e il panico che si sta diffondendo nel paese non aiuta. Ivan è il cugino di Maryna, ucraina di nascita e residente ad Alghero, nel nord-ovest della Sardegna, dove vive in apprensione per le notizie che arrivano dalla sua Kiev sotto attacco. E’ lei a raccontare, angosciata, all’AGI cosa sta accadendo ai parenti rimasti nel suo Paese in guerra. Le sorti di Ivan e di sua moglie Hanna la preoccupano molto, mentre la situazione nella capitale ucraina precipita di ora in ora. Questa notte la zia Eva con i suoi figli hanno dormito in cantina, racconta Maryna: non è un vero rifugio antiaereo, ma è l’unica forma di protezione che hanno. Le esplosioni e il passaggio dei caccia si sentono mentre Maryna parla al telefono con la sua famiglia in Ucraina. Le scuole sono chiuse in tutto il Paese, Kiev si sta svuotando e la maggior parte dei residenti prova a scappare: per questo le strade sono tutte bloccate. La famiglia di Maryna ha preferito fare scorte di cibo e chiudersi in casa. Le code per uscire dalla città sono lunghe e il carburante inizia a diminuire. Il rischio di rimanere bloccati in auto al freddo è alto. «La rabbia spesso prende il posto della paura», raccontano al telefono i parenti ucraini di Maryna, «siamo vittime di una guerra non richiesta. Vogliamo solo pace e serenità»

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