Martedì 24 Dicembre 2024

Marianna Podgurskaya ha partorito nelle macerie di Mariupol. Era stata accusata di fake news dai russi

Nel pieno dei bombardamenti e della guerra, scorre il seme della vita in Ucraina. Ieri sera alle 22 Marianna Podgurskaya, giovane blogger ucraina, simbolo della battaglia in corso a Mariupol, ha partorito una bambina. Ad annunciarlo è stata la giornalista ucraina Olga Tokariuk, che ha contattato una persona della famiglia di Marianna. «Stanno bene ma a Mariupol è molto freddo e i bombardamenti non si fermano».

  Marianna Podgurskaya, oltre ad essersi trovata sotto un bombardamento mentre era ricoverata in ospedale, nel reparto di maternità, aspettando di dare alla luce la sua bambina, si è trovata al centro della propaganda mediatica russa, che l'ha accusata di essere la protagonista di una fake news.

L'antefatto

Il governo e l’esercito russo assicurano di non aver attaccato, mercoledì 9 marzo, l’ospedale di Mariupol e hanno definito le notizie una «messinscena provocatoria organizzata dal regime di Kiev», una messinscena «per rafforzare il sentimento anti-occidentale russo». Sull'agenzia russa Ria Novosti, è anche comparsa l’inchiesta che «documenta le incongruenze» della storia: in particolare è stata notata la presenza di una blogger, Marianna Podgurskaya, che avrebbe interpretato le due ragazze incinte le cui foto hanno fatto il giro del mondo: sarebbe lei tanto la donna, con il grembo pronunciato in primo piano, che scende, tra le macerie, le scale dell’ospedale bombardato; e anche l’altra donna, presumibilmente ferita, evacuata dall’ospedale distesa su una barella. Nelle due diverse immagini, che nelle ore successive all’attacco sono apparse sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo, la ragazza appare con abiti diversi in ogni immagine. «Vorremmo far notare che la ragazza è effettivamente incinta, ma proprio non poteva trovarsi in ospedale nel reparto maternità: l’istituto era utilizzato dai miliziani del battaglione Azov da diversi giorni», scrive l’agenzia, rilanciando la tesi che sostiene il governo russo, ovvero che l’ospedale fosse da giorni occupato dai miliziani nazionalisti (il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, si è spinto a dire addirittura che Mosca, nei giorni scorsi, aveva avvertito l’Onu dell’occupazione). Non solo: i russi hanno fatto notare come le foto successive al bombardamento siano state scattate da un fotografo ucraino, Evgeny Maloletka, impegnato da anni in «un’attiva propaganda anti-russa». «Sarebbe logico presumere che se ci fossero state davvero donne in travaglio, i servizi di soccorso e i testimoni oculari giunti per primi sul posto avrebbero scattato immediatamente le foto con i loro telefonini, senza aspettare un famoso fotografo di reportage».  

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