La Cina è convinta che «nessuno voglia assistere allo scoppio di una terza guerra mondiale», dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov: in un’intervista tv, il capo della diplomazia di Mosca ha alzato i toni dello scontro con l’Occidente accusando la Nato di voler entrare in uno scontro militare per procura attraverso la fornitura di armi all’Ucraina, paventando così il rischio "reale» di un nuovo conflitto mondiale. Il portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin ha invitato alla moderazione, osservando che sulla guerra in Ucraina «tutte le parti interessate dovrebbero mantenere la calma e il controllo, prevenire l’escalation della situazione e raggiungere la pace il prima possibile».
Lo scopo, ha osservato il portavoce, è quello «di evitare di far pagare un prezzo maggiore all’Europa e al mondo intero». Nella situazione attuale, «tutte le parti devono prima sostenere il dialogo e la negoziazione per evitare che gli scontri si espandano e si protraggano nel tempo». Allo stesso tempo, come parte ulteriore del problema, «dovremmo anche riflettere sul motivo per cui l'Europa è ricaduta nel vortice dei conflitti geopolitici più di 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda» per poter costruire "un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile e rafforzare il sistema globale di governance della sicurezza».
Allo stato, malgrado le pressioni di Usa, Ue e alleati, Pechino non ha ancora condannato l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, mantenendo una posizione di difficile neutralità verso Mosca, tutelando «la partnership senza limiti». Intanto, il Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese, ha pubblicato un articolo del ministro degli Esteri Wang Yi con più dettagli sulla 'iniziativa di sicurezza globalè proposta dal presidente Xi Jinping la scorsa settimana alla cerimonia di apertura del Forum di Boao per l’Asia. Rispondendo alla domanda: «Di che tipo di concetto di sicurezza ha bisogno il mondo e come possono i paesi raggiungere la sicurezza comune?», Wang ha osservato che «l'iniziativa contribuisce con la saggezza cinese per compensare l’attuale deficit di pace». Pechino, ha assicurato, «non rivendicherà mai l'egemonia, non cercherà mai espansione o sfere di influenza, né si impegnerà in una corsa agli armamenti».
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