
«Una guerra nucleare non avrebbe vincitori, e quindi non ha senso parlarne». Lo ha detto questa sera il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, intervistato a Zona Bianca di Rete 4. Tuttavia, ha aggiunto, occorre «essere cauti, e non sottovalutare i rischi che esistono».
Quanto alle affermazioni del presidente Vladimir Putin, secondo cui se minacciata la Russia risponderebbe «con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora», Lavrov ha precisato che si tratta dei missili ipersonici. «Abbiamo cominciato ad interessarcene - ha aggiunto - dopo che gli Usa hanno stracciato l'accordo sulle armi missilistiche. E sappiamo che i missili americani non sono diretti alla Corea del Nord o all’Iran, ma contro la Russia e la Cina. Noi eravamo pronti a un nuovo accordo, che avrebbe incluso anche i nuovi sistemi, ma sono state interrotte da parte americana».
"La Russia - ha proseguito Lavrov - non mira ad affrettare il completamento dell'operazione speciale in Ucraina entro il 9 maggio, Giorno della Vittoria contro il nazismo. I nostri militari non adatteranno artificialmente le loro azioni a nessuna data, incluso il Giorno della Vittoria", ha detto Lavrov. "Il ritmo dell'operazione in Ucraina dipende, in primo luogo, dalla necessità di ridurre al minimo i rischi per la popolazione civile e il personale militare russo".
"Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche", ha ancora sottolineato il ministro degli esteri russo. "L'Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa, ma ormai ci siamo abituati", ha aggiunto il capo della diplomazia di Mosca tenendo poi a sottolineare però che "non ha nulla contro il popolo italiano", che considera "amico".
In Ucraina, la Russia "non vuole un cambio di regime, questa è una specialità degli americani che si occupano di questo in tutto il mondo". "Non chiediamo nemmeno che Zelensky si arrenda", ha proseguito Lavrov, "vogliamo che dia l'ordine d'interrompere le ostilità e lasciare tutti i civili. Vogliamo solo garantire la sicurezza delle persone in Ucraine dell'Est perché non siano minacciate dalla militarizzazione e nazificazione di questo Paese e perché dall'Ucraina non giungano minacce alla Federazione russa".
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