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Dalla politica ai vaccini: 13mila casi di disinformazione russa nell'Ue dal 2014

«La task force europea ha accertato oltre 13mila casi di disinformazione russa in Europa dal 2014 ad oggi. Nelle nostre relazioni il Copasir ha denunciato come la macchina della propaganda agisca anche nel nostro Paese ed ora stiamo svolgendo un accertamento con i direttori dell’intelligence ed altre istituzioni che devono essere consapevoli di ciò che abbiamo acquisito sulla disinformazione». Lo ha detto il presidente del Copasir Adolfo Urso al programma "24 mattino" su Radio 24. Sul tema, il Comitato ha in programma le audizioni del direttore dell’Aisi, dell’ad della Rai e del presidente di Agcom.

«La disinformazione russa - ha osservato Urso - opera anche attraverso spionaggio, assunzioni in aziende russe, campagne e fake news. Dobbiamo quindi accertare che l’informazione sia libera da questa opera sistematica di ingerenza straniera, che arriva dal Cremlino, ma non solo: ci hanno fatto credere che il vaccino Sputnik fosse efficace e che quello cinese fosse il migliore del mondo quando la realtà era ben diversa».

Volobuev: così fabbricavamo fake news in Russia

Dentro Gazprom «mi occupavo di insegnare la "politica dell’informazione". Conosco la cucina dall’interno». Lo dice in un’intervista a La Repubblica, parlando della "macchina" delle fake news in Russia, il russo nato in Ucraina Igor Volobuev, ex vicepresidente di Gazprombank, tornato nel suo paese natale a marzo. In Russia si facevano operazioni di propaganda «contro l'intera Ucraina, il Paese più importante per il transito del gas russo - spiega -. Uno degli uomini che muoveva i fili era Aleksej Gromov (vice capo dello staff di Putin e addetto alla propaganda, ndr)». Durante la guerra del gas del 2008-2009 "l'obiettivo principale del servizio stampa di cui ero capo era dimostrare che gli impianti dell’Ucraina avevano un tasso altissimo di guasti, che Kiev non investiva nell’ammodernamento e che, dunque, era più conveniente bypassarli. Un modo per screditare l’Ucraina e toglierle lo status di principale Paese di transito».

"Anche oggi dal Cremlino mentono in continuazione"

A dare l’ordine di fare queste operazioni era «il ceo di Gazprom, Aleksej Miller. Lui li riceveva direttamente dal Cremlino. Davamo alle operazioni la veste del confronto economico, in realtà la guerra del gas era una conseguenza dei problemi che la leadership russa aveva con Kiev». Problemi legati alla «Rivoluzione arancione, Viktor Yushenko al potere, la volontà di aderire alla Nato». Anche oggi dal Cremlino «mentono in continuazione. Sostengono che siano le truppe ucraine a bombardare le città e il popolo russo ci crede. Non dimentichiamo mai la regola base: qualsiasi informazione che proviene da fonti ufficiali russe è di default una bugia fino a quando non sia provata». Volobuev ha saputo di milioni di dollari investiti per corrompere «agenti di intelligence» perché diffondessero sui media una visione favorevole al governo. «Apparentemente, lo stesso meccanismo è in vigore adesso». Gli oligarchi sono stati intimiditi da Putin ma l’ex manager pensa che se l’Ue continuerà con le sanzioni, «presto cominceranno a fare qualcosa per rovesciarlo». Volobuev ha incontrato Putin «diverse volte, molto tempo fa. Non mi ha fatto alcuna impressione. Per me è un criminale».

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