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Referendum Zaporizhzhia, la Russia già canta vittoria: "Il 93% per l'annessione"

«Il 93% delle schede elettorali si esprime a favore dell’adesione alla Russia nel primo giorno del referendum nella regione di Zaporizhzhia». L’agenzia russa Tass comincia con questo dato, riferito agli exit poll nella regione, la cronaca della terza giornata elettorale con i referendum indetti nei territori occupati già tacciati da Kiev e dalla comunità internazionale come 'una farsà. Questo mentre le autorità ucraine continuano a denunciare gli incessanti attacchi russi in tutto il Paese, senza sosta anche nelle ultime 24 ore e con un particolare episodio nella città di Melitopol, al momento sotto l’occupazione russa e anche sede di voto per il referendum sull'adesione a Mosca, dove si è segnalata una forte esplosione.

«I russi rivendicano un’alta affluenza alle urne al referendum fittizio nell’oblast di Lugansk, distrutta e spopolata. Dicono che nelle distrutte Severodonetsk, Lysychansk e Rubizhne l’affluenza è del 41-46%, nonostante la maggior parte delle persone abbia lasciato la regione a causa dei combattimenti», ha denunciato il governatore in esilio Sergiy Gaidai, ironizzando sui dati forniti dai filorussi e indicando che la percentuale di residenti che avrebbe votato confligge con lo spopolamento dovuto alla guerra. Però gli aggiornamenti sui dati sono continuati per tutto il giorno, senza ovviamente menzionare minacce e ricatti da parte dei soldati russi cui è stata sottoposta la popolazione locale: fino ad indicare in serata un 76,09% di affluenza nel Lugansk negli ultimi tre giorni; e un 51,55% nella regione di Zaporizhzhia, oltre quel 50,1% di ipotetico quorum che pure non era stato in un primo momento indicato come necessario per la validità della consultazione elettorale, come a rivendicare la validità della votazione sul piano delle regole internazionali. I referendum sull'adesione alla Russia sono cominciati nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e nelle aree occupate dai russi delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia il 23 settembre e proseguiranno fino a martedì: l’Ucraina ha per tutto il tempo, e anche nelle ultime ore, segnalato che non cessano gli attacchi e i combattimenti.

Così le forze armate ucraine hanno annunciato di avere respinto gli attacchi nemici vicino agli insediamenti di Soledar, Vyimka, Kurdiumivka, Zaitseve, Novomykhailivka, Pervomaiske e Pavlivka, nell’oblast di Donetsk. "Il nemico continua ad attaccare le infrastrutture civili e le aree residenziali civili - ha scritto in una nota lo stato maggiore di Kiev -. C'è ancora una minaccia di attacchi aerei e missilistici in tutto il territorio dell’Ucraina». Intanto il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, in un post su Telegram, nel segnalare «una potente esplosione nella parte settentrionale» della città, ha parlato di «un’auto in fiamme». E, ancora, «nel distretto di Nikopol, il nemico ha bombardato Marhanets con l’artiglieria e due edifici sono stati parzialmente danneggiati - ha annunciato in un post su Telegram Mykola Lukashuk, capo del Consiglio regionale di Dnipropetrovsk -. Anche la comunità di Myrove è finita sotto il fuoco nemico. Due edifici residenziali privati, tre fabbricati agricoli e tre linee elettriche sono stati colpiti. Non sono state segnalate vittime». Nel distretto di Synelnykove, i russi hanno bombardato la comunità di Velyka Mykhailivka, colpendo due villaggi. In serata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Cbs, ha annunciato che gli Stati Uniti hanno inviato due sistemi di difesa aerea Nasams in Ucraina.

«Abbiamo assolutamente bisogno che gli Stati Uniti mostrino leadership. Voglio ringraziare il presidente Biden per una decisione positiva che è già stata presa», ha detto. Il clima autunnale, del resto, potrebbe già cominciare a porre dei limiti o rallentare la campagna di riconquista lanciata dall’Ucraina dei territori occupati, come segnala il think tank di base in Usa 'Institute for the Study of War', affermando tuttavia che la controffensiva di Kiev continua nonostante tutto a guadagnare terreno.

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