Domenica 28 Aprile 2024

Covid: polemiche su presunto virus "killer" creato all'Università di Boston

«La notizia rilanciata dalla stampa britannica è falsa e imprecisa» con una nota molto dura l’Università di Boston ha smentito le ricostruzioni dei media britannici che avevano rilanciato le conclusioni di uno studio, appena pubblicato e in attesa di peer review su Biorxive dai ricercatori del National Emerging Infectious Diseases Laboratories (NEIDL) della Boston University. Secondo i media, i ricercatori avrebbero creato «un nuovo ceppo del virus responsabile di Covid-19 che ha un tasso di mortalità dell’80%. Il nuovo ceppo è stato creato combinando la proteina spike di Omicron con la variante originaria di Wuhan. Testata sui topi si è rivelata molto pericolosa».In realtà, ha spiegato l’Università «questa ricerca ha reso il virus meno pericoloso». «Hanno sensazionalizzato il messaggio, travisando lo studio e i suoi obiettivi nella sua interezza», ha spiegato in una nota Ronald B. Corley, direttore del NEIDL. Lo studio si è proposto di esaminare le proteine della punta sulla variante di Omicron SARS-CoV-2 (BA.1) I ricercatori erano interessati a confrontare la variante con il ceppo virale originale, noto come ceppo Washington. Volevano scoprire se il virus fosse davvero meno virulento, dice Corley, «semplicemente perchè non stava infettando le stesse cellule del ceppo iniziale». Erano «interessati a capire quale parte del virus determina la gravità della malattia di una persona». Lo studio, ha precisato l’Università «è stato condotto nelle strutture di livello 3 di biosicurezza del laboratorio». L’Università di Boston ha anche osservato che la ricerca è stata rivista e approvata dall’Institutional Biosafety Committee (IBC), composto da scienziati e membri della comunità locale, e che la Boston Public Health Commission aveva approvato la ricerca. Nonostante le rassicurazioni diffuse dai ricercatri di Boston, in un’intervista apparsa su Stat, Emily Erbelding, direttrice della divisione di microbiologia e malattie infettive del NIAID ha annunciato che nei prossimi giorni approfondirà la questione con i ricercatori della Boston University.

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