Da alcune ore non si hanno notizie della campionessa iraniana di arrampicata Elnaz Rekabi, che la scorsa settimana ha partecipato ai Campionati asiatici in Corea del Sud senza l’hijab: lo riferisce la Bbc persiana citando fonti a lei vicine che hanno detto di non riuscire a contattarla da ieri sera. Secondo le stesse fonti, all’atleta sarebbero stati sottratti passaporto e cellulare e neanche la sua famiglia ha più avuto sue notizie. La BBC ha contattato il Garden Seul Hotel, dove alloggiava il team iraniano, che avrebbe lasciato l’hotel ieri mattina diretto in Iran, anche se era previsto che la squadra rientrasse nel Paese domani.
Elnaz Rekabi sarà trasferita nella famigerata prigione di Evin a Teheran
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che ha partecipato domenica senza hijab alla competizione di arrampicata nella capitale sudcoreana, sarà trasferita direttamente da Seul nella famigerata prigione di Evin a Teheran. Lo rivela IranWire, sito di giornalisti dissidenti iraniani. Secondo IranWire, Reza Zarei, il capo della Federazione di arrampicata iraniana, ha ingannato l’atleta conducendola dall’albergo di Seul all’ambasciata iraniana dopo aver ricevuto ordini dal presidente del Comitato olimpico iraniano Mohammad Khosravivafa, che ha agito su input del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. In Iran l’hijab è obbligatorio anche per le donne iraniane nelle competizioni sportive anche quando rappresentano all’estero il proprio paese. «Elnaz aveva deciso di apparire senza l’hijab circa un mese fa e sapeva che avrebbe gareggiato senza l’hijab obbligatorio», ha detto una fonte a IranWire aggiungendo che la donna non ha chiesto asilo «perché suo marito è in Iran e voleva tornare dopo la competizione. Prende sempre decisioni così audaci». Il capo della Federazione di arrampicata iraniana Reza Zarei, che in precedenza era un membro del Ministero dell’Informazione, ha promesso a Elnaz che se le avesse consegnato il passaporto e il cellulare, l’avrebbe portata in Iran rapidamente, senza rischi e senza renderlo pubblico. Ma, spiega una fonte di IranWire, «sappiamo cosa fanno le ambasciate della Repubblica islamica. La porteranno direttamente all’aeroporto e la riporteranno in Iran».