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Kiev sequestra i beni dell'oligarca russo Yevtushenkov. Telefonata tra Putin ed Erdogan

Vladimir Yevtushenkov

Pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina era in prima fila davanti agli altri oligarchi nella grande sala Ekaterininskij del Cremlino ad ascoltare Vladimir Putin che spiegava di non aver avuto altra scelta. E come sarebbero andate le cose, secondo lui. Il patto doveva essere chiaro: i potenti dell’economia russa non avrebbero dovuto fare problemi e avrebbero mantenuto gli asset ottenuti con la privatizzazione selvaggia dell’epoca post-Eltsin. Il miliardario Vladimir Yevtushenkov ascoltava impotente accanto ai boss di Gazprom a Rosneft: la preoccupazione per la fortuna stimata da Forbes in 3,4 miliardi di dollari non doveva trasparire. Ora, dopo mesi di guerra, sanzioni e congelamento delle proprietà all’estero, il fantasma che era passato davanti agli occhi dell’oligarca molto vicino a Putin nella sala Ekaterininskij si è beffardamente materializzato. E il governo ucraino ha deciso di confiscare i beni di Yevtushenkov.

«Le proprietà dell’oligarca russo Vladimir Yevtushenkov, sequestrate in conformità con la legge sulle sanzioni aggiornata, saranno trasferite al Fondo del Demanio statale», ha annunciato la ministra dell’Economia Yulia Svyridenko, sottolineando che i beni potrebbero essere usati per il "reintegro del bilancio dell’Ucraina» e il «risarcimento dei danni causati come risultato dell’aggressione russa». Operazione possibile dopo che il tribunale anticorruzione superiore ha proceduto alla confisca di tutti i beni di Yevtushenkov in Ucraina, costituiti da proprietà immobiliari, diritti societari e partecipazioni in numerose aziende del Paese. Quest’anno, sempre secondo Forbes, il valore delle proprietà di Yevtushenkov è sceso 'drammaticamente' a 1,7 miliardi. Così come forse il grado di vicinanza dell’ingegnere-oligarca al presidente russo e alla sua 'operazione speciale'.

La telefonata

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto una conversazione telefonica: nel corso della telefonata Erdogan ha espresso la speranza che la crisi ucraina venga risolta al più presto. Lo ha reso noto la presidenza turca, come riporta la Tass. Nel colloquio, Putin ed Erdogan hanno discusso dell’accordo sul grano e della Siria, ha riferito una nota del Cremlino citata dalla Tass. «Considerati i risultati dei recenti colloqui del presidente di Gazprom Aleksey Miller a Istanbul, è proseguito lo scambio di opinioni sull'iniziativa della creazione di un hub regionale del gas sul territorio della Turchia», si legge nel comunicato.

I leader hanno anche discusso le modalità di attuazione degli accordi di Istanbul del 22 luglio sulla fornitura di grano ucraino dai porti del Mar Nero e sull'esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi. «L'accordo è comprensivo, il che richiede la rimozione degli ostacoli per le rispettive forniture dalla Russia per soddisfare le richieste dei Paesi più bisognosi. Vladimir Putin ha esposto le stime essenziali della situazione intorno all’Ucraina», ha osservato il Cremlino.

Putin ed Erdogan hanno anche menzionato la questione della Siria, in merito al rispetto delle disposizioni del memorandum d’intesa russo-turco firmato nel 2019. «Le agenzie di difesa e di politica estera dei due Paesi sosterranno stretti legami in questo senso», ha osservato il Cremlino.

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