Venerdì 22 Novembre 2024

Guerra in Ucraina, la Cina vuole il cessate le armi: i 12 punti di Pechino per la pace

Dialogo e cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, no all’uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche a uso civile: sono questi i punti principali della preannunciata 'Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucrainà, un documento che si profila più come un insieme di punti di vista per raggiungere la de-escalation che come un vero e proprio «piano di pace» o una offerta di mediazione. Il testo, pubblicato nell’anniversario dell’aggressione russa a Kiev, include 12 punti e la prima dichiarazione cinese sulla sicurezza dei civili, sul rispetto del diritto internazionale umanitario e sulla contrarietà agli attacchi contro le centrali nucleari. Diffuso dal ministero degli Esteri, prevede, fra l'altro, il rigetto dell’uso e anche solo della minaccia di usare armi atomiche, la fine delle ostilità, la ripresa dei colloqui di pace e l’eliminazione delle sanzioni. Al primo punto c'è il rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite. Al secondo, c'è l’abbandono della "mentalità della Guerra Fredda": la sicurezza di un Paese non può andare a scapito di quella di altri Paesi e «la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari». Pertanto, serve un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile per la stabilità a lungo termine del mondo. Il cessate il fuoco e lo stop ai combattimenti fanno parte del terzo punto: è necessario «sostenere Russia e Ucraina affinché si incontrino» e riprendano il dialogo diretto per arrivare a un cessate il fuoco globale. I colloqui e i negoziati, al quarto punto, sono «l'unica via d’uscita praticabile». Al quinto, c'è la protezione dei civili e la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dalle zone di guerra. Mentre, al sesto punto, c'è l’invito a «rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale», astenendosi dall’attacco ai civili e a strutture civili, e a favorire lo scambio di prigionieri. Al settimo e all’ottavo punto ci sono il mantenimento della sicurezza delle centrali nucleari (no agli attacchi armati e sì al ruolo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica) e il rigetto delle armi nucleari (non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta) sia sul loro uso sia sulla semplice minaccia. «Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi Paese e in qualsiasi circostanza». Le garanzie per l’export di cereali sono al nono punto: «tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Onu in modo equilibrato, completo ed efficace». Poi, al decimo, stop alle sanzioni unilaterali e alle pressioni che «non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi». All’undicesimo punto, l’appello per «la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento» a tutela dell’economia globale. Infine, l’invito a promuovere la ricostruzione postbellica.

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