I greci continuano a sostenere Mitsotakis. Nelle elezioni parlamentari svoltesi ieri in territorio greco, il partito di destra Nuova Democrazia (capeggiato dall'attuale primo ministro, in carica dal 2019) ha ottenuto il 40.8% dei voti ed è in evidente vantaggio su SYRIZA (gruppo politico di sinistra guidato da Tsipras che si attesta al 20%) e sullo schieramento socialista capeggiato da Pasok-Kinal (11.6 %). L'esito elettorale è stato più fruttuoso per la fazione di destra rispetto alle aspettative prospettate negli ultimi mesi dai sondaggi. Chi ha chiesto una coalizione su base progressista è stato Alex Tsipras, il quale paventa un secondo governo di destra consecutivo.
Nuova democrazia non ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento (300 seggi) e, secondo l'attuale sistema elettorale, potrebbe aprirsi una fase di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Mitsotakis, però, ha allontanato quest'ipotesi affermando di volere «un governo monocolore». Proprio lo schieramento di destra al governo può cambiare in questi giorni il sistema elettorale per permettere una nuova tornata di voto il 25 giugno (che attribuisce direttamente un bonus di 50 seggi al massimo) per garantire la maggioranza assoluta al partito che uscirà vittorioso. In campagna elettorale, Mitsotakis si era mostrato come la figura che ha portato la Grecia fuori dalla crisi del debito: il Paese ellenico era riuscito a divincolarsi dal programma di sorveglianza economica dell'Unione Europea soltanto lo scorso anno, dimostrando una prova di forza notevole con un aumento del Pil del 5.9%. Nel 2021 la crescita era stata addirittura maggiore, attestandosi all'8.4 per cento, conseguenza della grave situazione economica venutasi a creare durante la pandemia. Secondo la Banca di Grecia, le previsioni per quest'anno solare sono, invece, al 2.2 per cento.
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