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Il Brasile dichiara "l'emergenza sanitaria" per l'influenza aviaria

Il ministero dell’Agricoltura brasiliano ha dichiarato ieri sera «l'emergenza sanitaria» in tutto il Paese, primo esportatore mondiale di pollame, dopo che sono stati riscontrati nuovi casi di influenza aviaria in uccelli selvatici.

La misura, che rimarrà in vigore per 180 giorni, ha lo scopo di «impedire che (la malattia) raggiunga la produzione avicola di sussistenza e commerciale, nonché di preservare la fauna selvatica e la salute umana», ha dichiarato il ministero in un comunicato. Il ministero ha aggiunto che «mobilita le risorse» per prevenire la diffusione del virus. E’ stato inoltre esteso il divieto di fiere, concorsi ed esposizioni di pollame, già in vigore.

Ieri le autorità brasiliane hanno annunciato di aver individuato tre nuovi casi di influenza aviaria, portando a otto il numero totale di casi segnalati da metà maggio nel Paese, finora risparmiato dalla malattia. Tutti i casi riguardano uccelli selvatici (sette nello stato di Espirito Santo e uno a Rio de Janeiro, nel sud-est del Paese).

Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura del 2022, il Brasile è il più grande esportatore di carne di pollo al mondo, con il 35% del mercato. L’influenza aviaria sta causando un’elevata mortalità negli uccelli selvatici e nel pollame, come anatre e polli. Migliaia di uccelli sono morti o sono stati abbattuti, centinaia di allevamenti sono stati messi in quarantena e, in alcuni casi, sono state cancellate le esportazioni verso il Sud America a causa della diffusione del virus dallo scorso anno.
La trasmissione all’uomo è rara e di solito avviene attraverso il contatto ravvicinato con uccelli infetti.

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