Domenica 22 Dicembre 2024

Prigozhin, da "cuoco di Putin" alla scalata al potere russo: luci e ombre del capo della brigata Wagner

Sessantadue anni, di San Pietroburgo come Vladimir Putin nella cui ombra è cresciuto, Evgheny Prigozhin è il fondatore e comandante del Gruppo Wagner, la milizia mercenaria che da un decennio fa il lavoro sporco per Mosca nei teatri di guerra dall’Africa all’Ucraina. Il suo modello è stata la Blackwater, i 'contractor' statunitensi che in Iraq sono finiti sotto inchiesta per una serie di azioni spregiudicate. Nel suo passato e nella vertiginosa scalata del potere russo ci sono molte zone d’ombra. Si sa che dopo nove anni in prigione per rapina, avviamento di adolescenti alla prostituzione e frode, nel 1990 era ripartito come venditore di hotdog aprendo un chiosco insieme al patrigno. Poi aveva fatto fortuna con una catena di negozi alimentari, il catering per le scuole e l’esercito. I suoi ristoranti a San Pietroburgo hanno più volte ospitato le cene del capo del Cremlino con i leader stranieri, da Jacques Chirac a George W. Bush, al punto da valergli il soprannome di «cuoco di Putin». Le laute commesse pubbliche avrebbero permesso a Prigozhin di finanziare la Wagner ma anche altre attività 'coperte' come la propaganda e la disinformazione di Mosca. In particolare avrebbe finanziato una rete di società, tra cui l’Internet Research Agency, che producono 'troll' e cercano di influenzare la politica in molti Paesi occidentali. Compresi gli Stati Uniti, con presunti hackeraggi per denigrare Hillary Clinton durante la campagna per le presidenziali contro Dinald Trump. L’invasione dell’Ucraina, dove la Wagner sarebbe arrivata a schierare fino a 50mila uomini, si è trasformata per Prigozhin in una sorta di guerra privata, un po' come il Vietnam del colonnello Kurtz di Apocalypse Now, con una serie di attacchi ai vertici militari, fino alla svolta del proclama 23 giugno che segna uno strappo irreparabile con Mosca. La mimetica è la tenuta da lavoro di Prighozin che ha fama di uomo crudele, non solo per le tante accuse di crimini di guerra rivolte ai suoi uomini: «Una morte da cane per un cane», commentò dopo la diffusione del video-choc di un disertore della Wagner in Ucraina, ucciso con una motosega.

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